Lorenzo Licalzi - Vorrei che fosse lei
Sequel di un altro libro dell'autore che vede come protagonista l'infermiere latin lover Andrea Zanardi, Il privilegio di essere un Guru, Vorrei che fosse lei è un romanzo che si può leggere tranquillamente anche senza aver letto il precedente. L'autore introduce infatti la storia sgangherata di quest'uomo sui quaranta, ormai non troppo giovane, ma che perpetua continuamente la toccata e fuga con qualunque donna, in un prologo iniziale.
Il fatto è che Andrea si annoia con le donne e subito dopo averle conquistate (con tecniche degne di un vero guru, devo dire) e portate a letto, il suo compito svanisce, lasciandolo perfettamente appagato e totalmente estraneo a qualunque donna. E' così che si inventa mirabili scuse successive a ogni rapporto, o a ogni storia che abbia un barlume di futuro, a meno che la donna in questione non gli "serva".
Un uomo come tanti insomma, ma un uomo che si sente speciale, sicuro di sé, invincibile.
In questo libro il protagonista parte per il Giappone, ma il giorno del suo arrivo viene ricoverato in ospedale per delle settimane a causa di una colica renale. Qui conosce un monaco zen che lo invita ad andare a trovarlo in un monastero sul monte Fuji, allo scopo di ricercare il karma che lo aiuterà a scoprire se stesso. Ed ecco la frase che riassume un po' tutto il libro: "Ti vanti sempre del tuo successo con le donne, Andrea. Ma dimmi, è sempre stato così?" - "Mica tanto" - "Ecco, è questo il punto. Cerca di capire qual era il segreto del tuo insuccesso". Una frase geniale che, riletta alla fine della storia, calza a pennello, peccato che la storia non sia alla fine un granché e forse il tema è anche piuttosto banale: un uomo che sbatte la testa ovunque non trovando la sua strada e poi la trova in un monastero di monaci zen, e guarda un po', sarà proprio una donna a cambiarlo!
Ogni capitolo è scandito dal percorso della conquista di Andrea, dalla prima cotta al primo bacio, dalla prima volta alla scoperta del sesso quotidiano, in un lungo elenco di storie e di amori in cui lui si sforza di essere ciò che una donna vuole che sia. Peccato che ogni donna sia diversa e lui, ogni volta, debba recitare una parte diversa...
La scrittura è sempre quella di Licalzi: tagliente, diretta, divertente, talentuosa. Ma ho trovato il romanzo leggermente povero o forse, dal tema pseudo spirituale mistico che non mi si confà né mi attrae. Anche se Licalzi rimane per me uno scrittore molto brillante, questo libro non mi ha colpita e mi ha ricordato, seppur in modo diverso, le "storielle" di Coelho o Gibran che leggevo alle medie. Perdonate la mia presunzione, ma gli scrittori che non si evolvono mai mi annoiano (ma non è il caso di Licalzi, per fortuna).
Un libro che consiglio a chi vuole farsi due risate (soprattutto se uomo), ma di Licalzi ho apprezzato molto Che cosa ti aspetti da me?, il libro che per ora mi ha più colpita dell'autore. Non consiglio dunque come prima lettura le storie favoleggiate di Andrea Zanardi, un uomo che, dal mio punto di vista, seppur "inventato", sarebbe proprio da rivoltare come un calzino!
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