tag:blogger.com,1999:blog-62101147529508785462024-03-12T17:19:45.130-07:00love booksperché i libri sono la mia vita, la mia animaValentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.comBlogger181125tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-68540535547528061062015-09-22T06:02:00.001-07:002016-03-22T06:41:21.899-07:00L'intestino felice di Giulia Enders<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-AERWLyRQo8w/VgFQ4VvVxFI/AAAAAAAAUDo/Hyp2XTsNuZc/s1600/intestino-felice.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Intestino felice" border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-AERWLyRQo8w/VgFQ4VvVxFI/AAAAAAAAUDo/Hyp2XTsNuZc/s1600/intestino-felice.jpeg" title="l'intestino felice di Giulia Enders" /></a></div>
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Anche se non sono solita leggere bestsellers di ultima uscita o libri saggi o romanzi, che dir si voglia, che scalano in breve tempo le classifiche, <b>l'Intestino felice di Giulia Enders</b> ammetto che mi aveva incuriosita non poco. Sarà che per me <b>Sonzogno</b> è una casa editrice di riferimento, sarà che la scrittrice è tedesca, o forse perché è laureata in medicina, ma mi attirava. L'ho letto in breve tempo, anche perché Giulia è brava, non c'è che dire. Sa conquistare con la sua scrittura semplice ma intelligente e non è per nulla una che se la tira, anzi, è simpaticissima. Una ragazza giovane, ancora dottoranda, che però riesce con parole semplici e d'effetto a colpire nel segno, conquistando il lettore con le sue battute dal fondo scientifico. Sì perché la ragazza è preparata, è amabile e si fa voler bene, come l'intestino, che sembra un organo oscuro e "brutto" ma in realtà è colmo di significati importanti e la vera base della nostra salute. Lui "sente" tutto: i nostri umori, lo stress, il cibo che gli ficchiamo dentro quando lo stomaco ha voglia di "qualcosa di buono"... insomma, il nostro intestino è un cervello a tutti gli effetti, e Giulia non sbaglia, dato che è chiamato anche "<b>sistema nervoso enterico</b>".</div>
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Sorrido alla lettura di questa ragazza piena di gioia ed entusiasmo, e normalmente ignara di ciò che le aspetta nel mondo lavorativo, che forse fa perdere, a lungo andare, la verve dell'emozione dell'aiutare gli altri, quella che ti spinge a scegliere percorsi di laurea e mestieri come il nostro. Ma la sua voglia di condivisione, di far partecipi tutti alla vita quotidiana intestinale è a dir poco sorprendente! </div>
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Alla fine del libro ci sono tutte le bibliografie essenziali, che se si vuole si possono approfondire. Certo alcuni concetti sono molto personalizzati e non sempre condivisibili, ma al lettore che non ha un bagaglio scientifico questo non deve per nulla interessare, ogni riflessione personale può sicuramente aiutare a vivere meglio.</div>
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E allora viva l'intestino, l'organo più bistrattato del pianeta, che vi parla immensamente e vi ricorda che voi siete ciò che lui ha creato! In che senso? Non vi resta che leggerlo! </div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-76576522336977178802014-05-02T12:40:00.001-07:002016-03-22T06:39:17.635-07:00Chuck Palahniuk - Survivor<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-DkfcK4QlfT8/U2PzxnUF3RI/AAAAAAAATjQ/boXDBWujaj4/s1600/survivor.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-DkfcK4QlfT8/U2PzxnUF3RI/AAAAAAAATjQ/boXDBWujaj4/s200/survivor.jpeg" width="128" /></a></div>
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<br />
Io sono io e tu sei tu. E tu, che sei mio fratello, non sei me. E Felicity che sa tutto di tutti e di come va il mondo e di come vanno le cose a tutti chi è? Lei ride, sogghigna, ma è divertente sapere tutto prima di tutto sempre, ovunque, dovunque, comunque? </div>
<div style="text-align: justify;">
Una storia di due fratelli, di due personalità persistenti, del fantasy spietato che si unisce al pratico, della ragione che non c'è, della pietà, della saggezza, del lavoro che rende felici (ma sarebbe meglio non lasciarsi prendere la mano), della schiavitù del pensiero, dell'impotenza, delle droghe, del sesso che manca, dei disturbi psichici e psicologici, degli assistenti sociali, dei giardinieri, camerieri e donzelle dalla facile apertura di gambe. Anche se non serve, anche se non interessa. </div>
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Io, che facevo lo schiavo nelle case altrui, potando piante e rose, facendo i letti, cucinando per "loro", io d'improvviso, non si sa come, sono diventato un nuovo Truman Show. Senza personalità, senza caparbietà, soppresso nelle mie schizofreniche viltà, immerso nell'inconsapevolezza del tempo, rapito da chissà come dove e quando e ora, per pagare le colpe di un matrimonio non mio (pensavo fosse una invece era un'altra) ho deciso di far cadere un aereo. Ma un aereo pieno di gente, forse però la gente l'ho fatta scendere prima. Ancora non lo so, io se sono un dirottatore, o se la cameriera col cancro mi porterà davvero una torta che mi farà venire il mal di stomaco. Felicity lo sa, lei crea gli eventi dal nulla della sua mente malata ma effervescente. Noi ci ritroviamo quassù, con un vaso di ceneri da morto e una pistola dentro (perché chi ha il coraggio alla dogana di aprire un vaso da morto?) e siamo in ballo tra la vita e la morte, anche se lei dice che andrà tutto bene. Anche se lui dice: sfigurami, così mi renderai la grazia. Anche se tutti sono ignari e di come vanno le cose chi lo sa come funziona il mondo. Il mio, il suo, le crudeltà di cinematografi di parto, i bambini diventano spettatori traumatizzati delle ossessioni degli adulti. E poi, inconsapevolmente, anche se non guariscono dal male, uccidono. Ma loro mica pensano di fare chissà che cosa. Ammazzano e basta, che mica sempre è una cosa sbagliata, a volte è una vera salvezza... quindi, mentre l'aereo cade, pensate che io invece sono contrario. Ricordatelo alla scatola nera, la chiamano nera ma è rossa.</div>
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Un delirante Palahniuk alla stregua di <b>Fight Club</b> che si riconferma ai miei occhi con tutto il carisma visionario tipico di un autore unico e senza precedenti. <br />
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</div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-91617756869709397872013-12-03T08:22:00.002-08:002016-03-22T06:43:27.580-07:00Bice e Carla Biagi - Casa Biagi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-9o23bYOGpVQ/Up4FIoaqQuI/AAAAAAAATQs/iGarrqFeuEM/s1600/casa-biagi.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="romanzo Casa Biagi" border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-9o23bYOGpVQ/Up4FIoaqQuI/AAAAAAAATQs/iGarrqFeuEM/s200/casa-biagi.jpeg" title="romanzo Casa Biagi" width="126" /></a></div>
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Le biografie mi affascinano da sempre e quando ho visto <b>Casa Biagi</b> non ho potuto che soffermarmi a guardare la copertina, incuriosita e intenerita dalla scelta della foto: un malinconico quanto ricco di profondità <b>Enzo Biagi</b> dagli occhi trasparenti e comunicativi. Una bio speciale però, scritta dalle figlie più grandi di Biagi: Bice e Carla.</div>
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Ho così cominciato con molta emozione questo viaggio affascinante nella <b>vita di Enzo Biagi </b>raccontata dalle figlie, cioè una vita vista dall'interno ma anche dall'esterno, perché non sempre i figli riescono subito a comprendere ciò che naviga nei cuori del loro genitori, se non in tarda età e forse mai fino alla fine. Un punto di vista diverso che non poteva non farmi pensare alla mia di famiglia e a quante volte i momenti per dire le cose ci sono e poi, invece, non vengono detti perché si pensa sempre di averne il tempo.</div>
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Enzo Biagi era bolognese e solo questo basta per riempire di fascino il mio cuore. Era una persona decisa e ricca di valori, non scendeva a compromessi, quindi per me un uomo ammirevole. In questo romanzo di vita, Enzo rinasce sotto una nuova luce che continua ad affascinare il mio animo. Le figlie raccontano la vita famigliare dall'incontro dei loro genitori, i rapporti tra di loro, i momenti facili e difficili del lavoro, la crescita, i nonni, gli amici famosi, gli spostamenti di città in città, la presenza-non presenza del padre a casa, i momenti difficili e le gioie, le austerità paterne bilanciate dal rapporto amichevole con la madre, i primi amori, i regali strambi di matrimonio, le gite all'estero e nelle case di vacanza, l'incontro con personaggi famosi per loro "amici" fino alle difficoltà in tarda età con i genitori, gli infarti di Enzo e la morte prima della madre e poi del padre.</div>
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Il tutto condito di parole tenere e affettuose che non lasciano spazio a banalità, intrise di ricordo che si fa affetto presente e rammarichi sempre velati da dolcezza e passione. Un romanzo in cui si sente ancora il sapore della vecchia Milano, il profumo delle lasagne, la spensieratezza dei prati di campagna, la genuinità dell'Emilia Romagna, sempre presente e mai assente nelle vite e nel cuore di questa famiglia così amabile. Un Enzo Biagi che viene descritto come duro e puro, geloso delle figlie, inamovibile nei principi eppure tenero e di estrema scioglievolezza con i nipoti... un uomo che ha regalato tanto alla famiglia e all'Italia, di profondo rigore morale e di una cordialità d'altri tempi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il lavoro al centro di tutto, come il cuore, quel cuore vivo fino in fondo che, seppur aggiustato con i "cerotti" è riuscito a superare momenti umani difficili e a regalare fonda e profonda speranza a tutti coloro che gli sono passati vicino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un libro stupendo, ricco di umanità e di amore, di gioie e dolori di una bellissima famiglia, da sempre facente parte di un mondo lontano e irraggiungibile, che ha però mantenuto una semplicità e una genuinità da ammirare. E questo libro è un bellissimo regalo che Bice e Carla hanno fatto a suo padre e a noi. Brave! E grazie...</div>
<br /></div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-20588284912065085192013-09-02T04:22:00.002-07:002016-03-22T06:44:32.054-07:00Nicola Zulli - Fili d'oro<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-1VNyNTxGJ78/UiR0Sgy0ZgI/AAAAAAAAAC8/5pMXoGcvZT4/s1600/cop.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-1VNyNTxGJ78/UiR0Sgy0ZgI/AAAAAAAAAC8/5pMXoGcvZT4/s200/cop.jpg" width="126" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #222222; display: inline; float: none; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: small; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Le <b>poesie di Nicola Zulli</b>, fotografo, artista ed archeologo, sono come una carezza. Ho avuto il piacere di leggere questa breve silloge che mi ha accompagnata durante alcuni giorni di vacanza e mi ha cullata come una dolce melodia. Non è facile per me leggere autori contemporanei sconosciuti che imprimono sulla carta i loro sentimenti sotto forma di poesia... e ancor più quando la poesia è enigmatica. Ma, nei meandri di un teatro sconosciuto, dove le emozioni si affacciano con lucida temperanza, è possibile scorgere una persona che vi si cela come un bambino dagli occhi speranzosi, un animale ingenuamente conquistato dalla vita, un viaggiatore. </span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Scavare tra le parole per scorgerci l'amore non è difficile nelle poesie di questo autore che si nasconde tra le nuvole, guarda il mondo con malinconia sommessa, che grida senza rosa e senza spada. Come quel burattino, che cerca il bene nel male, che è ancora buono e che imperversa nella sua vocazione di benevolenza.</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<a name='more'></a></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Nello stesso tempo le stagioni si accavallano, volando verso le albe e i tramonti di una luce splendente di fili d'oro. Mentre il mare si lascia languire dal vento, separandolo dalle ali e dai desideri. La caducità della vita viene espressa a tratti senza speranza, quando la volontà può essere capace di tutto, mentre l'acqua scorre, con dentro noi. Noi perduti o vincenti, oppure vinti. Ognuno sceglie e ognuno no. Ognuno è ciò che vuole diventare. Perché, tra i silenzi capaci, l'ardore interiore vince sempre, e quando sarà ora di ricominciare, si potrà guardare il cielo, certi pomeriggi, e spingersi oltre, non solo indietro... ma verso il mare, una fonda, profonda, statica e mutevole tavola blu.</span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
</div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><i>"Quando non vorrò più</i></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><i>i silenzi della mia grotta</i></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><i>ne verrò fuori saltellando.</i></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><i>Porterò le mie ombre</i></span></span></div>
<div style="background-color: white; color: #222222; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;"><i>oltre l'eco del cuore."</i></span></span></div>
</div>
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</div>
Love and Bookshttp://www.blogger.com/profile/11518257543947515679noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-44700019413837687762013-06-29T09:22:00.001-07:002016-03-22T06:47:11.945-07:00Davide La Rosa e Vanessa Cardinali - Zombie Gay in Vaticano<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-MY8xLDw_Amg/Uc8JC2a9rwI/AAAAAAAASnU/LMpX2gcxovQ/s710/zombie-gay-in-vaticano.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-MY8xLDw_Amg/Uc8JC2a9rwI/AAAAAAAASnU/LMpX2gcxovQ/s200/zombie-gay-in-vaticano.jpeg" width="145" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho avuto modo di conoscere <b>Davide La Rosa</b> e <b>Vanessa Cardinali </b>al <b>Mantova Comics</b>, complice la locandina, appesa in bella vista in entrata, del loro fumetto <b>Zombie Gay in Vaticano</b>. Ero con <a href="http://cellulosaecelluloide.blogspot.it/" target="_blank">Claudia</a>, che è stata naturalmente presa dal raptus di comprare questo fumetto anche soltanto per aggiungerlo alla sua collezione: il titolo era troppo allettante!</div>
<div style="text-align: justify;">
In effetti la cosa ha incuriosito molto anche me. Il breve fumetto ha una stupenda copertina ruvida di colore viola, il titolo in giallo e una serie di mani di zombie che gli si avvicinano con toni minacciosi...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il fumetto, in bianco e nero, è il primo che ho letto dei due autori (per l'esattezza la storia è di Davide e i disegni sono di Vanessa). In bianco e nero, disegni minimal ma decisamente efficaci e una storia tutta da gustare: cosa può succedere quando un nuovo papa viene eletto se si fa parte di una comunità gay? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Beh, è presto detto: si scende in piazza a festeggiare, ci si spoglia di gran lena e si inizia ad urlare a squarciagola "gay is right"! I Cardinali impazziscono, devono trovare una soluzione a tutto quel casino, ma qualcosa di più tremendo può ancora succedere se all'improvviso i gay si trasformano in zombie... rigorosamente omo. La "battaglia" comincia e tra un morso e l'altro a riportare la giustizia non possono che arrivare tre suore ninja, un po' incazzate, un po' impacciate ma decisamente vincenti.</div>
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La storia continua e io mi fermo qui: il fumetto è davvero divertente, si legge in pochi minuti e vi conquisterà per l'originalità, l'avanguardia e la follia di una mente che gira come una trottola!</div>
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Se amate i fumetti naturalmente, ma anche gli zombie e se siete assolutamente d'accordo con me: i gay sono esseri umani e non zombie.<br />
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<i><u>Nota per gli appassionati</u></i>: questo fumetto non è che il preludio della nuova avventura editoriale di Davide La Rosa e Vanessa Cardinali pubblicata dalle mitiche edizioni perugine <b>Star Comics</b> suore ninja. </div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-43720467645948736712013-06-10T02:53:00.000-07:002016-03-22T06:49:02.722-07:00Chiedi alla luna di Nathan Filer<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-iFYOX9Bk74w/UbWexrfk4pI/AAAAAAAASdc/InPV8l5gE64/s1600/chiedi-alla-luna.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Chiedi alla luna Nathan Filer" border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-iFYOX9Bk74w/UbWexrfk4pI/AAAAAAAASdc/InPV8l5gE64/s200/chiedi-alla-luna.jpeg" title="Chiedi alla luna Nathan Filer" width="127" /></a></div>
Ogni famiglia ha il suo albero genealogico. Quella di Matthew è composta da mamma e papà, il fratello Simon, la nonna Noo, il fratello di nonna Ernest, le zie Jacq e Mel e i cugini Sam, Peter ed Aaron. Simon è il suo fratello maggiore, dalla tonda faccia di luna, che riesce sempre a strappargli un sorriso. Simon è affetto da<b> ipotonia</b> (<i>n. condizione di ridotta tensione muscolare</i>), il che lo rende debole fisicamente e fragile emotivamente. Matthew, nonostante ami fortemente suo fratello, deve convivere con le infinite attenzioni che i genitori rivolgono a lui, prendendosi la "colpa" di quasi tutto ciò che succede intorno a loro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il romanzo è uno spaccato della vita del protagonista che racconta una storia, la sua storia. E lo fa partendo dalla sua vacanza estiva a Ocean Cove, quando aveva 9 anni e ha incontrato Annabelle, la bambina con la bambola. La bambola seppellita, la bambola che ha segnato la sua vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mattew quella vacanza non la scorderà mai, perché in quei giorni la sua vita cambia totalmente: suo fratello, in seguito a un piccolo "incidente", muore. E Mattew non fa altro che sentirsi colpevole.<br />
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<div style="text-align: justify;">
A Mattew piace scrivere. E decide di cominciare raccontando le sue angosce, le sue paure, cercando di far uscire quei demoni cattivi che lo turbano e gli rendono impossibile convivere con la realtà. Aiutare gli altri è insito nel profondo del suo cuore, che si scioglie di tenerezza negli occhi della mamma, nonostante le incomprensioni ulteriori generate dalla perdita del fratello. Ma Mattew porta con sé anche un altro terribile segreto: la schizofrenia. Come lo zio Ernerst. L'albero genealogico, ricordate? Non si smentisce mai...</div>
<div style="text-align: justify;">
Costretto, ormai più grande, a vivere a tratti in un ospedale psichiatrico, Mattew inizia un cammino interiore verso la sua mente, la follia, le braccia di Simon. E lo fa con paura, cinismo e delusione, accompagnandosi alle allucinazioni del fratello sempre vivo dentro e accanto a lui. Una lunga strada che non finisce mai, attraversata da piccoli passi di guarigione che lo porteranno, finalmente, a crescere.</div>
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Un <b>Nathan Filer</b> al suo esordio con <b>Chiedi alla luna</b>, pubblicato in seguito ad un concorso letterario, che dimostra tutta la sua esperienza lavorativa e di vita che non si ferma (e non può fermarsi) all'apparenza delle cose ma analizza nel profondo il percorso e i continui disordini interiori ed esteriori che caratterizzano un paziente psichiatrico che, infondo, è <i>soltanto un paziente psichiatrico, non un idiota</i>.</div>
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Molto bello e ricco di umanità, quella che tutti abbiamo dentro, ma quella che forse diventa più speciale perché un giorno sfocia all'improvviso mentre noi non sapevamo neanche che potesse esistere. </div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-91153846613351735532013-06-06T06:42:00.000-07:002016-03-22T06:51:50.812-07:001Q84 libro 1 e 2 di Haruki Murakami<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-wPU9r5ahTi4/Uan6ACBkZPI/AAAAAAAASao/h09nADBqtEE/s1600/1Q84.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="1Q84 Murakami libro 1 e 2" border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-wPU9r5ahTi4/Uan6ACBkZPI/AAAAAAAASao/h09nADBqtEE/s200/1Q84.png" title="1Q84 Murakami libro 1 e 2" width="122" /></a></div>
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<b>1Q84</b> è un libro magnifico. A dispetto del numero di pagine (anche se dobbiamo ricordare che si tratta di due libri), il romanzo si legge piacevolmente e senza intoppi, anzi cattura e la scrittura dell'autore è talmente piena che la sensazione è quella di entrare davvero dentro la storia ed esserne protagonisti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Murakami </b>sceglie di raccontare la vicenda di due personaggi, un uomo e una donna, a capitoli scanditi. Inizia con la storia di lei: Aomame, seduta in un taxi che ascolta rapita la <i>Sinfonietta di Janacek</i>. Quel taxi, guidato da un uomo misterioso, la porterà verso un luogo sconosciuto, attirandola in un mondo parallelo in cui, forse, incontrerà Tengo, cui è legata dall'infanzia e di cui ha perso le tracce. Aomame è una donna esile e piacente, nascosta dietro una professione di copertura (insegnante di ginnastica), è in realtà una spietata killer su commissione. Tengo, insegnante e aspirante scrittore, vive da solo nella sua casa di Tokyo, con le sue abitudini, la sua cucina e le sue passeggiate. Il ricordo di Aomame, quella bella bambina che alle scuole elementari gli aveva preso la mano, è sempre vivo. Tengo e Aomame sono legati da quel filo e sperano, un giorno, che il destino li possa far ritrovare perché è così che deve andare. Loro non devono cercarsi, devono ritrovarsi...</div>
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Un giorno Tengo riceve un incarico da un editor suo amico: deve riscrivere in corretto giapponese il romanzo di una ragazza di 17 anni (Fukada): La crisalide d'aria. Il romanzo è molto fantasioso quanto inquietante: la descrizione di un mondo parallelo con due lune, dove delle piccole creature chiamate Little People, nascondendosi nel corpo umano della gente, ne provocano oscure trasformazioni... in effetti anche loro sono dei piccoli killer, ma dell'anima...</div>
<div style="text-align: justify;">
Tengo si troverà, inconsapevolmente, trascinato in una realtà molto profonda, in un turbinio di eventi incontrollabile, che coivongeranno anche la vita di Aomame, cui è stata commissionata l'uccisione di un uomo molto importante...</div>
<div style="text-align: justify;">
Trama originalissima e a tratti stupefacente per un Murakami che si supera... ogni capitolo ha la storia alternata di Aomame e Tengo, ma progressivamente le vicende si amalgameranno per regalare un intreccio coinvolgente fino all'ultima riga. Murakami è abilissimo nel raccontare i fatti che, nonostante le molte nozioni, non si dimenticano perché vengono piacevolmente ripetuti, senza però annoiare il lettore e abilissimo nel descrivere i particolari. Una scrittura matura e profonda, descrittiva come in tutti i romanzi giapponesi, ma che permette, forse anche per questo, di entrare dentro il romanzo, nel suo cuore, ed assaporarne l'atmosfera come se si fosse un personaggio nascosto, camminando insieme a Fukeda, Aomame e Tengo...</div>
<div style="text-align: justify;">
Un romanzo assolutamente da leggere, perché arricchisce e fa sentire davvero la bellezza della scrittura, fino in fondo.</div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-7770518205109234882013-06-03T10:18:00.000-07:002016-03-22T06:53:20.838-07:00101 idee che hanno cambiato il mondo di Elena Sciotti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-6OKh5pqTVXY/UaY4Cz2np3I/AAAAAAAASaQ/rrqpAkh6430/s1600/101-idee-libro.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="101 idee che hanno cambiato il mondo" border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-6OKh5pqTVXY/UaY4Cz2np3I/AAAAAAAASaQ/rrqpAkh6430/s200/101-idee-libro.jpeg" title="101 idee che hanno cambiato il mondo" width="126" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>101 idee che hanno cambiato il mondo</b> (sono le idee a fare le rivoluzioni) è in realtà un manuale con 101 spunti di riflessione su tutto ciò che ha cambiato la storia dell'umanità nell'ultimo secolo. Di conseguenza non è un romanzo con una trama, ma ha piccole sezioni autonome che possono essere lette di tanto in tanto. Comprato così per caso in uno dei miei viaggi in treno, si è rivelato più spesso di ciò che credessi, perché ogni idea, seppur spiegata in modo semplice e breve è rappresentata con una linea personale e fornisce moltissimi spunti di riflessione e di approfondimento. </div>
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In questo libro possiamo leggere:</div>
<ul style="text-align: left;">
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il modo di essere bambini</u>: dall'asilo ai cartoni animati, le figurine Panini e i Lego, la Nutella, i pannolini e i videogiochi;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il modo di essere giovani</u>: il Bignami, i jeans, l'Ikea, l'Inter Rail fino ai viaggi Low Cost, l'iPod e i Social Network;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il modo di sentirsi donna</u>: l'assorbente, la lavatrice, la minigonna e le calze di nylon, la pillola anticoncezionale e lo Chanel n°5, senza dimenticare il reggiseno, il rossetto e il voto alle donne;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato la vita quotidiana</u>: la bicicletta, il cibo in scatola, il centro commerciale, il gelato, il gratta e vinci, il Grande Fratello, gli occhiali e l'ombrello, la plastica, la pubblicità, i quiz, il telecomando e Wikipedia;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il Lifestyle</u>: l'aria condizionata, il bancomat, il BlackBarry, la metropolitana;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il modo di pensare</u>: i Beatles, il quotidiano, la psicoanalisi, il Sessantotto;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato il modo di vivere la sessualità</u>: il preservativo, il Viagra e il vibratore;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee mediche che hanno cambiato la nostra vita</u>: l'anestesia, gli antibiotici, l'aspirina, la chirurgia plastica, la clonazione, le cellule staminali, la fecondazione assistita, i trapianti, i vaccini;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee sportive che hanno cambiato la nostra vita</u>: il calcio di rigore, la diretta sportiva, la Ferrari, il fitness, le Olimpiadi, Maradona, Valentino Rossi e lo stadio;</li>
<li style="text-align: justify;"><u>le idee che hanno cambiato in peggio la nostra vita</u>: la dinamite, la Mafia, il nucleare, le tangenti e l'11 settembre 2001.</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
Ogni idea comincia con la sua storia, per poi continuare con descrizioni pratiche e aneddoti moderni. Niente di superficiale insomma, ma ogni aspetto ha qualcosa di interessante da scoprire, piacevole da leggere e che di sicuro ognuno di noi non sapeva o fatica a ricordare! Molto carino! </div>
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</div>
Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-29677331729137710562013-05-29T07:08:00.000-07:002016-03-22T06:54:39.695-07:00The Angels Chronicles di Tiziano G. Bertoni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-tNyQo-OzgV8/UaYKZOLr6MI/AAAAAAAASaA/avL1RyL8gqQ/s1600/the-algels-chronicles.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="The Angels Chronicles Tiziano G. Bertoni" border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-tNyQo-OzgV8/UaYKZOLr6MI/AAAAAAAASaA/avL1RyL8gqQ/s200/the-algels-chronicles.jpeg" title="The Angels Chronicles Tiziano G. Bertoni" width="142" /></a>Conoscevo <b>Tiziano G. Bertoni</b> dal suo blog <a href="http://www.sanguesulmuro.com/" target="_blank"><b>Sangue sul Muro</b></a> e il suo talento come blogger mi incuriosiva parecchio, così ho deciso di leggere anche il suo libro d'esordio, complice la pubblicazione con la <b>casa editrice Casini </b>(che è una garanzia) e l'argomento. Di solito sono più propensa alla lettura di noir americani o comunque stranieri, e un italiano che si affacciava al genere mi allettava...</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>The Angels Chronicles</b> è un romanzo fantasy ambientato in America (NYC per l'esattezza, anche se i personaggi si spostano in diverse città d'Europa), arricchito di una scrittura cruda, nera e molto colorata (il che lo rende assolutamente divertente!). I personaggi sono moltissimi anche se tra questi spicca, dopo diversi capitoli introduttivi sulle varie vite, la figura di Jack Blues, un angelo dalle ali nere ma con il cuore buono. Non si tratta però di buonismo, attenzione... Jake è incazzato nero e nel romanzo esplode tutta la sua rabbia mescolata a un dolore profondo...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Ma veniamo alla trama. Siamo a <b>New York</b> e i protagonisti sono <b>Angeli</b>. Ma non gli angeli che abbiamo in testa noi, no no. Questi angeli sono tutt'altro che buoni, e tutt'altro che aurei. Ci sono <u>le ali nere</u>, angeli tendenzialmente pacifici, e <u>le ali bianche</u>, angeli un po' stronzi. Entrambi vivono in mezzo agli umani (in incognito o quasi), con la differenza che loro, essendo immortali (o quasi) non invecchiano mai, hanno una forza maggiore, bevono come spugne senza mai stare male (ma per qualche ragione metabolica a me sconosciuta si sballano), hanno una prolifica attività sessuale e, naturalmente, uccidono. Chi per noia, chi per prevaricazione, chi per dominare il mondo intero.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le cose sembrano andare per il meglio tra le famiglie degli angeli dalle ali nere, quando gli angeli dalle ali bianche decidono di diventare la razza dominante e di autoriprodursi in provetta per distruggere tutto ciò che è "normalmente buono", senza esclusione di colpi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra gli altri personaggi spiccano i Diaconi, esseri umani dotati di forza superiore e i custodi del segreto degli angeli. Dovrebbero essere dei personaggi super partes insomma, ma qualcuno di loro, improvvisamente, diventa un traditore...</div>
<div style="text-align: justify;">
a questi si aggiungono i protetti, esseri umani scelti da ogni angelo, cui viene regalata una protezione di vita superiore, dei miracolati insomma...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le vicende dei personaggi si snodano in una fitta trama costruita lentamente, per poi sfociare in una serie di eventi veloci raccontati in stile cinematografico che non lascia spazio a tentennamenti ma incuriosisce, esplodendo nell'epilogo finale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Così, tra famiglie di angeli dalle ali bianche, diaconi buoni e cattivi, sparatorie, inseguimenti, intrecci tra vite di miracolati e mogli torturate, figli rapiti, studi di DNA in provetta, trasmigrazioni corporee, piume perse durante lotte all'ultimo sangue e proiettili modificati, la battaglia degli angeli si svolge senza alcuna tregua, tra divagazioni american style e humor nero, colpi di scena e imprevisti senza fine. Riusciranno gli angeli a trovare il giusto compromesso tra la vita e la morte? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un fantasy pulp intelligente, più profondo di quel che sembri e che lascia qualcosa dentro: speranza, amore, passione, creatività. </div>
<br /></div>
</div>
Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-57998160787861480302013-01-18T19:18:00.001-08:002013-04-25T05:49:05.964-07:00Enzo Biagi - Disonora il padre<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-1kaCW1Qtw-k/UPoQJRdQ2fI/AAAAAAAARrE/hl0UpQuzlpw/s1600/disonora-il-padre.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Disonora il padre" border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-1kaCW1Qtw-k/UPoQJRdQ2fI/AAAAAAAARrE/hl0UpQuzlpw/s200/disonora-il-padre.jpeg" title="Disonora il padre Enzo Biagi" width="127" /></a></div>
<b>Enzo Biagi</b> è un autore che ammiro molto e a cui sono parecchio affezionata. Vuoi perché mi trovo molto in sintonia con il suo pensiero, vuoi perché è un bolognese e sa raccontare <b>Bologna</b> solo come chi la ama può fare... vuoi perché è un uomo d'altri tempi, di quelli che, quando li leggi ti dici che i libri di spessore ci sono ancora. Per fortuna.</div>
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<b>Disonora il padre</b> è un libro uscito negli anni 70, che ha spopolato ed è stato per molto tempo in testa alle classifiche. A ragione, devo dire, perché è duro ma scanzonato, schietto e divertente, ma anche diretto e sincero, attraversato da una vena malinconica di chi ha vissuto la guerra da vicino e ha da raccontare una storia tutta sua. Tra i <b>libri di Enzo Biagi</b> questo è sicuramente uno dei migliori.</div>
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In questo romanzo, che poi è una storia vera, Enzo Biagi racconta la sua vicenda da quando era ragazzino fino al dopo guerra, la storia della sua famiglia ma anche quella di Bologna, la sua guerra e come era vista da vicino e da lontano. I rapporti con la famiglia e con i vicini di casa, con chi era importante o credeva di esserlo, i compagni di scuola e del servizio militare, il giornale e le possibilità che gli si sono aperte, il difficile rapporto con il padre che non lo capiva, le questioni politiche della guerra viste dal popolo bolognese che ci credeva e che aveva paura, un Mussolini capito ma anche deriso sottovoce, una guerra interiore che era più potente delle bombe continue su Bologna.<br />
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A lui della guerra non fregava niente. Lui voleva scrivere, voleva giocare, voleva sognare. Voleva una vita tranquilla, svegliarsi la mattina con la possibilità di avere un pranzo decente, divertirsi con i giovani della sua età, con e contro regime, dove tutto era praticamente proibito o adocchiato dalla bella Bologna, dotta e grassa ma anche femmina. E racconta tra una battuta e l'altra i suoi sogni e desideri, la sua visione ampia della vita, di come il padre lo volesse ufficiale della finanza perché quelli "non fanno un cazzo", mentre lui, deludendolo, ha deciso di fare il giornalista. Ma Enzo si confessa, racconta la sua felice infelicità, la sua disperazione, la voglia di vivere che era alimentata da una speranza che tutti credevano illusoria, con il cuore colmo d'amore per una città che non si arrende mai. E come per lui bambino non c'era il tempo per credere nel <b>limbo</b>, "località celeste che mi pareva vaga e improbabile", per lui ragazzo ogni donna doveva essere rispettata, anche se era una signorina di <b>via dell'Orso</b>.</div>
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I tempi in cui l'aranciata sanpellegrino andava di moda e la bevevano tutti, in cui la tassoni era la bibita dei ricchi, in cui il capufficio sviolinava motti del "mangia, bevi e chiava", in cui si andava al <b>Contavalli </b>a vedere il varietà, le stelle del cinema venivano prese in giro con un "socmel" e <b>Macario </b>presentava la sua "Trenta donne e un cameriere". La guerra raccontata con il cuore provinciale: Mussolini somaro, Churchill ubriacone, la falce e il martello a bagnomaria nell'acqua santa, basta aver letto <b>Guerra e pace </b>per capire che il Fuhrer se lo piglierà in quel posto.</div>
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Eppure, chi ha vissuto a Bologna o la conosce bene, ci troverà ogni cosa di allora, nella sua modernità, nella sua beffarda presa in giro, nella malinconia di strade sempre uguali e sempre diverse, come le vite di chi la attraversa, con uno sguardo rivolto alla <b>Madonna di San Luca</b>, che avrebbe protetto tutti dalle scoppiettate. E allora, anche se Hitler e i suoi si riunivano all'<b>Albergo Baglioni </b>come le Star americane, non importava. La cosa davvero importante era svegliarsi, mangiare, lavorare, chiudere la porta, dormire. E poter ricominciare.<br />
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Un libro intelligente e divertente, non fermatevi alla visione comune di Enzo Biagi rai o tv. Qui c'è davvero il meglio.</div>
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Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-3029184108496032612012-07-27T05:57:00.000-07:002013-04-25T05:50:40.607-07:00Matteo Strukul - La ballata di Mila<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-wZ53-2_g7HI/UBKQKkdMJ-I/AAAAAAAAPbk/O-J3mq2o2x8/s1600/la-ballata-di-mila.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-wZ53-2_g7HI/UBKQKkdMJ-I/AAAAAAAAPbk/O-J3mq2o2x8/s200/la-ballata-di-mila.jpeg" width="128" /></a></div><div style="text-align: justify;"><b>La ballata di Mila</b> è il romanzo d'esordio di Matteo Strukul, autore veneto fondatore del movimento <b>Sugarpulp</b>, che inaugura la nuova <b>Collezione Sabot Age</b> diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto per le <b>edizioni E/O</b>.</div><div style="text-align: justify;">Copertina sgargiante per una protagonista d'eccezione: <i>Mila Zago</i> detta red dread, una vera stra figa scoppiettante di fascino e carisma. Mila, che si fa luce nel romanzo con la sua prorompente quarta di reggiseno nascosta sotto una t-shirt con stampato "<i>Le ragazze ti spaccano il culo</i>", è bellissima ma anche molto incazzata. Vittima della malavita veneta, che le ha ammazzato il padre, abbandonata dalla madre troppo indipendente e cresciuta da un nonno amorevole ma dallo spirito militare, è disposta a tutto pur di vendicarsi e riportare la giustizia nella sua vita. Troppo cinica per credere alla giustizia "reale", architetta una vendetta tutta sua, in modo meticoloso e ricco di fascino: uno scontro tra i cattivi cinesi e quelli veneti, senza esclusione di colpi e doppi giochi pericolosi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
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<div style="text-align: justify;">Un personaggio fortissimo che spicca in una trama leggermente flebile per la sua portata caratteriale ma non per questo poco avvincente. La sequenza è veloce, intercalata da momenti tutti veneti, immersa in una realtà locale descritta come solo chi la conosce e c'è cresciuto può fare.</div><div style="text-align: justify;"><b>Matteo Strukul</b> ha talento ed è innamorato della sua terra, la descrive rendendola affascinante e molti aneddoti sono incredibilmente dettagliati. Se si conosce la sua realtà, quella in cui è cresciuto, il modo di esprimersi e i luoghi descritti allora leggerlo diventa un piacere molto empatico.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un bel mix che abbraccia letteratura pulp e noir italiana e americana, il cinema e il fumetto, il dialetto veneto e la mala cinese che ha colonizzato il Veneto lentamente ma voracemente, le divagazioni fuori tema tipiche della pellicola americana, il senso di realtà (in questo caso, nell'irrealtà!) che trasmette Carlotto, la velocità d'azione di Gischler, i colpi di scena di Willocks, il tutto ben mescolato al territorio veneto con citazioni e aneddoti locali che ricordano l'adolescenza e la crescita negli anni Ottanta. L'inizio della scena, con l'emozione del trotto alle Padovanelle (l'ippodromo di Padova) è descritta magnificamente, sembra di essere là e di rivivere momenti passati di quando si era forse più giovani e certe realtà andavano molto di moda. E i nomignoli: Musso (che in veneto vuol dire asino), Trippa, Poenta (polenta), insieme a questi capelli rossi brillanti che fanno sfumare anche il veneto malavitoso più potente, rendendo Mila una donna degna del miglior femminismo moderno che non abbraccia ideali ma soltanto coscienza. Quella di una giovane ragazza che si fa giustizia da sola ma che capisce, in fondo, che dalla sua condizione non può uscire né potrà mai, perché gli affetti non ritornano, il passato non può essere cancellato, e i "cattivi" non muoiono mai. <i>Ma intanto, già che ci siamo, ammazziamone qualcuno...</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br />
</i></div><div style="text-align: justify;">Una storia con un sequel che si intravede alla fine, che porterà altre protagoniste donne, cazzute, dinamiche e carismatiche, abbracciando totalmente l'ideale dell'autore nel suo concetto femminile di bellezza.</div></div>
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</div><div style="text-align: justify;"><i>Arrivederci amore, ciao</i> è una storia dura. Il protagonista è un ex parlamentare che tradisce i suoi compagni, uccide il suo socio/amico e poi scappa, sfrutta uomini, donne e situazioni soltanto per il suo tornaconto personale, non esita a rubare o ammazzare anche per noia, usa il suo fascino e la sua abilità intellettiva per riuscire a diventare sempre ciò che vuole. Un personaggio perfettamente delineato e incanalato nella sua parte, che descrive la sua vita con azione e senza troppi giri di parole, estremamente cinico e spietato, immerso nella sua realtà del <b>Nord Est</b> come fosse una seconda pelle, tra favori e criminalità, incoscienza morale e freddezza. Un uomo da odiare ma da ammirare che riesce a farsi amare totalmente nell'intreccio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
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</div><div style="text-align: justify;">Lasciamo la moralità alle spalle di un'epoca che non esiste più ma che si ripete sempre e sfruttiamo tutto ciò che si può: i contatti del carcere, gli ex colleghi, soci e poliziotti, criminalità organizzata, imprenditori schiavi del gioco e della droga, mogli disposte a tutto pur di salvare la faccia, donne succubi di una mentalità bigotta, soldi e corruzione, che possono portare ad arricchirsi con qualche piccolo sacrificio che però non è mai troppo grande per un cuore sterile.</div><div style="text-align: justify;">Verso la fine apparirà mai la redenzione? Leggendo un libro di Carlotto, e conoscendo l'autore, la prima cosa che vien da pensare è: no. E infatti. Un uomo crudele rimarrà sempre un uomo crudele, anche se come sottofondo musicale l'aria è piena delle voci di <i>Caterina Caselli</i> o di <i>Lucio Battisti</i>. E Roberta? L'incarnazione perfetta della donna veneta bigotta, tutta casa e chiesa, matrimonio, figli e cazzate. Sembra di vederla, di toccarla, la si può quasi accarezzare con ribrezzo non solo del protagonista ma anche mio... quante donne esistono ancora così nel Nord Est? E' pieno. E quante tristezze deve ancora sopportare la mente ottocentesca della vita? Troppe.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Io amo Carlotto. E questo è uno dei suoi scritti più belli. Assolutamente da leggere, da rileggere, da comprare, da avere!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>"di una donna che non aveva intenzione di succhiarmelo e di farselo sbattere nel culo non sapevo davvero cosa farmene. Però aveva tante altre qualità, e visto che volevo sposarmela non ne facevo una malattia"</i></div></div>
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</div><div style="text-align: justify;">Carl incontra quindi Helen, un'eccentrica agente immobiliare specializzata in vendita di case che lei ritiene "infestate", con il piccolo particolare che ogni casa che Helen vende, poi fa sparire misteriosamente i proprietari...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Carl si convince che sia la <i>ninna nanna</i> a causare la morte dei bambini e decide di far sparire dalla circolazione tutte le copie esistenti negli Stati Uniti. Lavoro non da poco, soprattutto quando scopri che possono morire tutti e non solo i bambini, e la cosa può anche sfuggirti di mano se disgraziatamente tu dovessi imparare a memoria quella famosa filastrocca. Carl subisce il fascino della nenia africana, fino ad arrivare al punto di uccidere, inizialmente per sbaglio, poi per cospicua volontà, una serie di persone che intralciano il suo lavoro, la sua vita e perfino la sua strada! </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
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<div style="text-align: justify;">Un viaggio in macchina con Helen e altri due strani personaggi, che cercheranno di sottrarre in modo lecito e illecito la pagina maledetta, lasciando scie di morti, perché Carl non è l'unico che conosce il segreto, ma è l'unico che vuole che la strage finisca... </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un romanzo che mi ha conquistata, pagina per pagina, scritto con la solita ammaliante cantilena che contraddistingue questo autore di culto, in cui le manie di persecuzione si sprecano, il senso di buonismo è intervallato a sprazzi di rabbia e odio verso la banalità della gente "comune", il tutto condito di aneddoti interessanti da approfondire per chi ama la letteratura di qualità. Un ottimo romanzo che però scema verso le ultime pagine, sprofondando e affondando definitivamente nel fantasy... peccato, perché il tutto sembrava quasi vero.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Se non avete mai letto <b>Palahniuk</b> dunque, forse non è bene cominciare con questo. Troppe volte ho sentito dire che è un autore banale per colpa di qualche inizio sbagliato. Non lo è, non lo è affatto. </div><div style="text-align: justify;">La delirante riflessione delle pagine 54 e 55 sono una delle cose più splendidamente vive che abbia mai letto in un thriller dai contorni lievemente noir.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Forse non finiamo all'Inferno per quello che facciamo ma per quello che non facciamo. Per le cose che lasciamo a metà"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"più la gente muore, più le cose restano uguali"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"uccidere una persona a cui si vuol bene non è la cosa peggiore che le si può fare"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"alcuni sono ancora convinti che sapere equivalga a potere"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"dal pavimento sale la voce di qualcuno che abbaia le parole di una canzone. Questa gente che ha bisogno di tenere accesa la televisione o la radio sempre e comunque. Questa gente terrorizzata dal silenzio. Eccoli, sono i miei vicini. Questi suonodipendenti. Questi silenziofobi. Risate di gente morta che filtrano da tutte le pareti. Oggigiorno, ecco cosa ti spacciano come casa dolce casa. Questo assedio di rumore"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"questa gente che non si sognerebbe mai di usare pesticidi o insetticidi e poi infesta il quartiere con lo stereo sparando dischi di cornamuse scozzesi. Di lirica cinese. Di musica country e western"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito. Fa in modo che la tua immaginazione avvizzisca. Finché non diventa utile quanto la tua appendice. Fa in modo di colmare la tua attenzione sempre e comunque. Questo significa lasciarsi imboccare, ed è peggio che lasciarsi spiare. Nessuno deve più preoccuparsi di sapere che cosa gli passa per la testa, visto che a riempirtela in continuazione ci pensa già il mondo. Se tutti quanti ci ritroviamo con l'immaginazione atrofizzata nessuno costituirà mai una minaccia per il mondo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"ti convinci che è il rumore a definire il silenzio. Senza il rumore, il silenzio non sarebbe d'oro. Il rumore è l'eccezione. Pensi allo spazio profondo, il luogo incredibilmente freddo e silenzioso dove tua moglie e tua figlia ti aspettano. Il silenzio sì che sarebbe una bella ricompensa, altro che il paradiso"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"forse gli esseri umani sono solo cuccioli di coccodrillo che Dio ha buttato nel cesso"</span></i></div></div>
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</div><div style="text-align: justify;"><i>Victor Gischler</i> non mi stupisce più, i suoi libri sono eccezionali, una vera adrenalina di emozioni che ti fa correre fino alla fine. Questa volta la vicenda si snoda attraverso la vita di tre protagoniste d'eccezione: tre donne, tre sorelle, tre sicarie, durissime, un po' pazze e tremendamente carismatiche!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Siamo a NYC, Dan e Mike sono due fratelli sicari, ma durante un'esecuzione, Mike uccide involontariamente una bambina e si ritira nelle campagne dell'Oklahoma a coltivare vigneti. Vuole cambiare vita, la mala non fa più per lui, o forse lui è semplicemente cambiato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
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<div style="text-align: justify;">Dopo 40 anni, il figlio di Dan, Andrew, si trova inchiodato in una vicenda da cui non può uscire: ha visto qualcosa che non doveva. Costretto a scappare, si ricorda di una vecchia foto donatagli dal padre con un numero di telefono che avrebbe potuto usare in caso di emergenza: quello dello zio Mike.</div><div style="text-align: justify;">Andrew, poco più che adolescente, scappa in <i>Oklahoma</i>, trascinandosi dietro una scia di sicari che lo vogliono a tutti i costi morto. Tra questi, la splendida Nikki, un killer spietato che uccide per lavoro. Ma Nikki, infortunatasi al polso, non se la sente di affrontare il viaggio e manda in avanscoperta la sorella Maddy, che ormai ha cambiato vita, ma che le deve un grosso favore. Da qui tutto precipita ed entra in ballo anche Lizzy, la terza sorella, una diciottenne incazzata con il mondo e fuori di testa, che non vede l'ora di uscire dall'ospedale psichiatrico in cui è stata inserita proprio dalle sue sorelle...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Personaggi splendidamente delineati e uno più bello dell'altro, a partire dalla scelta delle tre "occhi di gatto" (ma molto più incazzose) fantastiche, alle riflessioni umane sulla giustizia o meno di un lavoro così sporco, uomini e donne freddi ma non privi di coscienza, perfino la madre di Nikki, ex agente della CIA, con la demenza senile che ammazza a sangue freddo scambiando le persone per qualcun altro!!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un romanzo riuscitissimo, veloce, spietato ma che rimane in qualche modo scritto da un cuore romantico, perché alla fine la redenzione può esistere, ma forse non coesistere. Victor ci lascia una cupa speranza in merito: la famiglia, l'amore, la musica...</div></div>
<iframe src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8866346004&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1<1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="width:120px;height:240px;" scrolling="no" marginwidth="0" marginheight="0" frameborder="0"></iframe>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-26098721561844674932012-06-26T15:24:00.005-07:002013-04-25T05:55:25.337-07:00Allan Guthrie - Dietro le sbarre<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-N6Acqs_8m9A/T-o2MCfI_nI/AAAAAAAAOqI/kBlDME8GuzQ/s1600/dietro-le-sbarre.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-N6Acqs_8m9A/T-o2MCfI_nI/AAAAAAAAOqI/kBlDME8GuzQ/s200/dietro-le-sbarre.jpeg" width="131" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ho avuto il piacere di conoscere <b><a href="https://twitter.com/#!/allanguthrie" rel="nofollow" target="_blank">Allan Guthrie</a></b> durante uno <b>sugar tour </b>che si è svolto questo maggio, al quale partecipava anche <b><a href="http://victorgischler.blogspot.it/" rel="nofollow" target="_blank">Victor Gischler</a></b>. Sono stata felicissima di rivedere <i>Victor </i>e di scoprire anche Allan, che non conoscevo per nulla e che anzi mi aveva talmente incuriosita che l'ho quasi scambiato per <b>Palahniuk</b>! All'incontro, svoltosi alla <b><a href="http://www.librerielovat.com/" rel="nofollow" target="_blank">libreria Lovat </a>di Villorba</b>, in <i>provincia di Treviso</i>, c'erano anche <b><a href="http://www.matteostrukul.com/" rel="nofollow" target="_blank">Matteo Strukul</a></b>, direttore della <a href="http://www.revolverlibri.it/" rel="nofollow" target="_blank"><b>collana Revolver di BD</b> </a>dedicata al noir e <b><a href="https://twitter.com/#!/McMarcoP" rel="nofollow" target="_blank">Marco Piva Dittrich</a></b>, il traduttore. Li saluto tutti, per l'ottimo lavoro che portano avanti con passione! </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Dietro le sbarre</b> è dunque il mio primo romanzo di <i>Allan Guthrie</i>, che vede come protagonista Nick, un giovane ragazzo che lavora come secondino in un carcere. Nick non se la passa tanto bene con i colleghi, ha una fidanzata molto più grande di lui con la quale va e non va d'accordo e una bellissima bambina.</div><div style="text-align: justify;">Oltre alle pressioni dei colleghi, Nick deve subire l'astio dei carcerati, fino a quando uno di loro non decide di usarlo per portare droga all'interno della struttura. Nick non ne vuole proprio sapere, ma quando uno sconosciuto comincia a dar fastidio alla moglie e alla figlia non gli resta altro che accettare...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Comincia così una vicenda incalzante, dove Nick si farà sempre più prendere la mano e le sue riflessioni abbracceranno realtà e sogno, facendosi crudeltà e condizionamento, lasciando fuoriuscire le fragilità di un ragazzo che deve essere un uomo, di un rapporto d'amore in lento declino, di un'insofferenza profonda che sfocia in follia ed incapacità, in una fine che non è che un nuovo inizio...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Una bellissima scrittura coinvolgente, con tratti di sensibilità profonda e pacatezza, alternati a durezza ma sempre riflessiva, che coinvolge inevitabilmente fino alla fine... sempre se una fine c'è. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div></div>
<iframe src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8866346020&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1<1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="width:120px;height:240px;" scrolling="no" marginwidth="0" marginheight="0" frameborder="0"></iframe>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-18363222719851720732012-06-17T10:39:00.002-07:002013-04-25T05:56:36.176-07:00Joe R. Lansdale - La notte del Drive-In 3<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-F-cfmHUaF6Q/T94TXUtJ4TI/AAAAAAAAOVs/yaYBtfnPXvI/s1600/la-notte-del-drive-in-3.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-F-cfmHUaF6Q/T94TXUtJ4TI/AAAAAAAAOVs/yaYBtfnPXvI/s1600/la-notte-del-drive-in-3.jpeg" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ho cominciato con molta ansia e aspettative l'ultimo capitolo della trilogia <b>Drive In di Lansdale</b>. Il <i><a href="http://loveandbooks.blogspot.it/2012/05/joe-r-lansdale-la-notte-del-drive-in.html" target="_blank">Drive In 1</a></i> mi aveva entusiasmata, il <i>Drive in 2</i> mi aveva incuriosita verso la scena finale, anche se mi è piaciuto un po' meno (a parte alcune chicche lansladiane di notevole livello!). Ero spinta dai giudizi di <b>Anobi</b> e da alcune opinioni di amici che l'avevano letto: alcuni lo giudicavano meno bello, altri invece il migliore.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Drive In 3</b> si legge in una giornata, se avete tempo, ma al massimo in paio di giorni (e forse sono troppi) perché coinvolge talmente tanto che non riesci proprio a fermarti. In questo ultimo però, oltre all'aspetto horror che prevale nell'1, si fa luce fortemente la voce del <b>Lansdale</b> ragazzo, la scoperta, le influenze della letteratura per ragazzi, la voglia di conclusione e non conclusione del tutto, come se il destino che ognuno cerca non debba essere per nulla scovato! Oppure, quando inevitabilmente accade, dimenticato. </div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E' difficile passare da una scena in cui il protagonista viene cullato da un <i>plop plop</i> della merda (di Dio) che cade (utilissimo per addormentarsi quando si ha l'insonnia), all'ingresso di un autobus galleggiante all'interno della bocca di un pesce gatto che, quanto a grandezza e misteri, fa proprio un baffo alla <i>balena di Pinocchio</i>! Ma da qui il surreale si trasforma ad ogni pagina, rendendo l'avventura davvero incredibile (considerando che prima o poi dal pesce si deve uscire e non si può di certo farlo dalla bocca!), per arrivare a un epilogo finale straordinario, che però può piacere e non piacere.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non è che ti dici proprio, insomma, embé? Che voleva dire <b>Lansdale</b>? Tutto qua? Perché il significato del romanzo è ben chiaro ed evidente, riflette sicuramente il pensiero intellettuale di un autore di talento, ma ecco, se fosse stato un po' più ancorato alla realtà (non che non lo sia in effetti, ma questo è soltanto un futile pensiero femminile...) forse il cerchio mi si sarebbe chiuso meglio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Una scrittura comunque coinvolgente e una rilettura finale che ha un gran senso profondo sul destino dell'umanità. Un destino che non si può né si deve controllare, ma che può essere affrontato soltanto con la consapevolezza del vivere e del farlo fino in fondo. Sempre. Ad ogni costo. Finché ce n'è.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"E nelle notti fresche, che sembravano alternarsi perfettamente a quelle calde e secche, gli abitanti dell'Orbit guardavano in direzione degli schermi, fissavano le immagini scintillanti, citavano le battute ad alta voce come pregando in coro verso la Mecca, e scopavano come ricci. Al posto di preparare pranzi e cene, conversare e interessarsi alla vita di attori e cantanti famosi, il popolo del drive-in guardava i film e scopava. E sissignori, fratelli e sorelle, tutto quello scopare aiutava parecchio. Forniva al popolo del drive-in un senso di comunità, oltre a un sacco di gravidanze accidentali e a strane bolle rosse"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Il tempo era difficile da misurare. Il sole sembrava sorgere e tramontare secondo un programma suo. A volte la folla sedeva al buio, con solo la luce del drive-in, proveniente da chissà cosa che si trovava chissà dove"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Immagino di doverti confessare, caro diario, Guardiano della Fottuta Verità, che forse desideravo essere morto. Ci ho pensato. Hai presente, un lavoro fai da te. Ma non è una cosa per me. Mi piace troppo vivere. Anche se questa non può essere definita vita, è la mia scusa per tirare avanti, e non posso fare altro che mettere in moto e partire. Il che mi fa venire in mente una cosa. Partire. Appunto. Domani (devo decidere quando sarà domani, perché qui, baby, chi lo capisce)."</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Certo, molti se li mangiano i bambini, e posso capirli, così morbidi, rosa, perfetti per il forno. Qui comunque non è semplice fare fuochi e in parecchi apprezzano anche la carne cruda, ma noi stiamo cercando di mantenere una parvenza di civiltà. Almeno io ci sto provando, cazzo. Quindi abbiamo poche semplici regole. I bambini non si mangiano. Almeno non crudi. Tieni abbottonato l'ultimo bottone. E piscia in fondo al recinto. Dove già puzza"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"La scrittura mi aiuta a concentrarmi. Eccetto quando non mi aiuta"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Guardo Non aprite quella porta come se potesse mai piacermi. Scrivo alla luce lampeggiante del Drive-In, che mi arriva tra i plop della merda aliena o quello che è. Ho la mano sinistra nei pantaloni, e mi accarezzo le palle come fossero un orsacchiotto di peluche, morbido e sudato. E' una cosa che mi conforta"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Per favore, Ora della Nanna, vieni da me, dolce amore mio. Apriti su di me e ingoiami e abbracciami nel buio e fammi sentire felice. O come minimo un po' meno da schifo"</span></i></div></div>
<iframe src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8806175866&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1<1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="width:120px;height:240px;" scrolling="no" marginwidth="0" marginheight="0" frameborder="0"></iframe>
<iframe src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=B005VOG1DK&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1<1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="width:120px;height:240px;" scrolling="no" marginwidth="0" marginheight="0" frameborder="0"></iframe>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-25908083800212734022012-05-31T21:32:00.000-07:002013-04-25T05:57:48.366-07:00Chuck Palahniuk - Rabbia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-s-9WYRbisVY/T8hFxSqL66I/AAAAAAAAN28/qm3YV7e8mBo/s1600/rabbia-palahniuk.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-s-9WYRbisVY/T8hFxSqL66I/AAAAAAAAN28/qm3YV7e8mBo/s1600/rabbia-palahniuk.jpeg" /></a></div>Ogni volta che leggo un nuovo <i>libro di Palahniuk </i>mi ritrovo a pensare: <i>quest'uomo è un genio</i>. E' stato così anche per <b>Rabbia</b> che, a differenza di <b>Ninna Nanna</b>, il cui finale mi aveva leggermente delusa, mi è piaciuto tantissimo fino alle ultime pagine, anche se c'è stato un tira e molla progressivo che mi ha messo il dubbio per un po' nel corso della lettura...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>Rabbia</i> è scritto in modo particolarissimo. A parlare sono diverse persone sotto forma di testimonianze, non c'è un vero e proprio narratore ma sono tante voci, ognuna delle quali racconta la propria opinione su fatti e accadimenti di questo misterioso personaggio protagonista che, invece, non parla mai, dato che è morto. Ma si sa, quando muore qualcuno, anche chi non lo conosceva comincia a ricordare aneddoti nascosti che credeva di avere dimenticato...<br />
<br />
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<a name='more'></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>Buster Casey</i>, detto Rant, è morto in un incidente d'auto, ma il suo corpo non è mai stato ritrovato. Parenti, amici, conoscenti, ammiratori, nemici, fidanzate, sconosciuti raccontano il loro incontro con questo ragazzo e poi uomo decisamente anomalo. Buster è sempre stato un ribelle, un ragazzo che è scappato dalla sua città natale per non tornare più perché soffocato dal conformismo e dalla bigotteria della gente. Buster, mentre cerca se stesso, entra nel vortice del <i>party crashing</i>, un "gioco" che diventa rito, sfida e soddisfazione, in cui i players si "combattono" a suon di scontri con le proprie auto. Ma il party crashing è soltanto un pretesto per raccontare ancora una volta la vita di quest'uomo che si intreccia in una profondità diversa e più spirituale, più intensa ed enigmatica, a partire dalla sua passione per i morsi di animali, che si auto infligge per presunto sadismo. Sì perché Buster in realtà non è un uomo qualunque: lui non solo ha la rabbia, ma la contagia pure... fino a cambiare davvero le cose nella vita della gente e perfino la storia.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un romanzo eccezionale, con una trama avvincente e perfettamente intrecciata e, per quanto all'apparenza possa sembrare ostico ricordare le varie storie, Palahniuk le presenta con una facilità di comprensione che non lascia dubbi finali. <i>Buster Casey</i>, l'uomo con la rabbia, fa innamorare di se stesso, per il suo carattere, la sua indole, la sua imprevedibilità e il suo buon cuore. E naturalmente fa innamorare le donne, per la sua grande capacità di indovinare cosa possano aver mangiato a colazione, a pranzo o a cena..., di qualunque epoca e generazione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Alla fine della lettura, forse, la penserete come me: <i>ma come cavolo gli vengono a Palahniuk certe idee!</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div><i><span style="color: purple;">"qui intorno la campagna è così piatta che riesci a vedere ovunque"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"ognuno uccide ciò che ama"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"un morto famoso non può girare per strada senza incontrare un milione di migliori amici che nella vita vera non ha mai conosciuto"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"la gente ti rende famoso parlando male di te finché sei vivo, oppure cantando le tue lodi quando non lo sei più"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"la storia si divide in mostri e vittime, o testimoni"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"tu sei un essere umano diverso per qualunque persona incontri"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"ce l'abbiamo tutti, un momento del genere. Quello in cui per la prima volta i tuoi genitori ti hanno visto come qualcuno che crescendo non diventerà uguale a loro"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"io penso che uno quando nasce no ama nessuno. L'amore è una cosa che si impara. E' un talento che puoi sviluppare o non sviluppare. Un po' come un muscolo. E se non impari ad amare la tua famiglia, allora non sarai mai capace di amare davvero. Nessuno"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"se c'è un mezzo di guadagno, puoi convincere un sacco di persone a raccontare la stessa bugia. E quando tutti cominciano a raccontare la stessa bugia, allora non è più una bugia. Non più"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"nella vita tutto è carne o soldi, come se le due cose non potessero esistere contemporaneamente. Sarebbe come essere vivi e morti allo stesso tempo. Non si può. Bisogna scegliere"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"non tutti siamo ossessionati dal baseball o dalla pesca, però tutti siamo ossessionati da noi stessi. Siamo il nostro hobby preferito. Esperti di noi stessi"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"i serpenti a sonagli sono il mio vaccino contro la noia"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"ogni volta che infilava le mani nel buio e non moriva, Rant aveva un po' meno paura. Rant si vaccinava contro la paura. Qualunque fosse stato il suo futuro, un lavoro di merda, o il matrimonio, o il servizio militare, sarebbe stato sempre meglio di un coyote che ti mastica un piede"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"una cosa che i ricchi sanno e la maggior parte delle persone ignora, è che i ponti non si tagliano. Sarebbe uno spreco. Piuttosto, si vendono"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"concordare su una cosa è il primo passo per trasformare una bugia in realtà"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"Piccola Becky è semplicemente abbastanza decerebrata da piacere al grande pubblico. La chimica del suo cervello ti fa percepire in modo dolce e delicato esperienze di picco come una partita di baseball tra bambini. Una gita in carrozza. Il giorno di San Valentino. Una merdosissima mattina di Natale"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"potresti tranquillamente startene seduto a casa, ma incanalarsi una festa non vuol dire stare in compagnia. Puoi anche incanalarti una festa intera, ma alla fine hai comunque passato la serata da solo"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"quelle unghie sono così perfette che mi commuoverei, se solo non fossero una cosa tanto stupida"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"se la tua auto sbanda nella corsia opposta e muori ascoltando gli Archies che cantano Sugar Sugar è solo colpa della tua pigrizia"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"fa parte della mia strategia. Più i miei mi disprezzano, meno soffriranno perché me ne sono andato"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"per caso Echo, con tutto il suo cuore e dal profondo dell'anima, odia qualcuno? - Io gli chiedo: non è che per caso voleva dire ama? - E Rant si stringe nelle spalle e dice: Non è lo stesso?"</span></i></div><div><i><span style="color: purple;">"morire non è il modo peggiore per essere morti"</span></i></div></div>
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</div><div style="text-align: justify;">Siamo in <i>Texas</i> (guarda un po'!), ed è venerdì sera. Un gruppo di ragazzi, appena finite le scuole superiori, non sa come passare la serata e decide di andare all'<b>Orbit</b>, un drive in enorme, per gustarsi la <i>Grande Nottata Horror</i>. Il programma prevede <i>Ho fatto a pezzi la mamma, La casa, La notte dei morti viventi, Utensili per l'omicidio e Non aprite quella porta</i>. Lansdale racconta con dolcezza la vita familiare di uno dei protagonisti, per poi esordire fin dalle prime pagine che, dall'Orbit in poi, niente sarebbe più stato come prima. </div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il <b>Drive In</b>, durante la proiezione di un film, viene interamente ricoperto da una cometa rossa sorridente, che ingloba la zona creando una specie di buco nero tutto attorno. All'inizio la gente stenta a credere a ciò che vede, ma appena un impavido cowboy prova a infilare un braccio nel "nero" e si scioglie all'istante, ci si comincia a chiedere davvero cosa stia succedendo e a come si possa uscire da quel "casino". Per fortuna un drive in è ben fornito di cibo, peccato che si tratti di schifezze che mandano in pappa il cervello, perlopiù popcorn e coca cola. Inizialmente la "comunità" comincia a organizzarsi con degli orari stabiliti a seconda della durata dei film (che sono l'unica luce presente) a fornire dei pasti. I film vengono continuamente proiettati e per un po' va bene. Le cose cominciano a degenerare con il passare del tempo... alcuni impazziscono, alcuni ripetono costantemente le frasi dei film a memoria, alcuni si danno alla violenza, al sesso di gruppo, al cannibalismo, qualcuno perfino tenta di fondare una "nuova" religione e diffondere la parola di Dio. <i>Un gran figlio di puttana questo Dio</i> ad essersi inventato una cosa simile (o almeno così lo definisce Lansdale)! Dopo qualche tempo la gente è talmente rincoglionita dagli zuccheri che comincia a svalvolare e la piccola società, inizialmente impostata, degenera totalmente in una condotta animalesca che viene rimessa in riga dal <i>Re del Popcorn</i>, cioè una specie di mostro creatosi dal nulla (o quasi...). Il protagonista cerca di rimanere lucido in tutti i modi che può e alla fine ci riesce, continuando a restare in prima fila nel seguito del romanzo, il <b>Drive In 2</b>. In quest'<i>edizione Einaudi</i> infatti sono pubblicati entrambi, ma il secondo vede lo sfondo cambiare ancora, facendo naufragare i sopravvissuti in un paesaggio fuori dal mondo e dal tempo: la valle dei dinosauri, in cui però i protagonisti sono la tv e le donne incinte...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Insomma, un Lansdale eccezionale, totalmente surreale ma incredibilmente realistico, che ha saputo, attraverso una trama perfettamente intrecciata e ricca di sentimenti totalmente terreni, mostrare il lato dell'uomo più cupo e crudele, più infimo e animalesco, più reale di tutto ciò che noi, dentro, crediamo. Gli uomini non sono mai stati più uomini di così.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Assolutamente da leggere. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>"I film mi piacevano più delle persone. Erano così maledettamente affidabili"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"Dare calci alla gente va bene, ma non ci si ricava da vivere. Devi avere qualcosa su cui poter contare"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"spero che le formiche ti mangino i coglioni"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"i film sono la realtà e tutto il resto è inganno"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"il peccato mi era stato estirpato attraverso il dolore"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"Me ne stavo nella terra degli ubriachi, a volare su una sedia da giardino, a guardare stelle e pianeti e hamburger che mi volteggiavano attorno. In tutto quello c'era qualcosa che mi turbava, ma non riuscivo ad individuare esattamente di cosa si trattasse"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"siamo tutti dannati, se non cambiamo vita"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"dammi una spinta Gesù, stelle salvatemi, Signore Onnipotente metti in allineamento il mio Scorpione con la mia luna, fai che esca il mio numero fortunato, fai apparire una bistecca sulla tavola e augurami buona fortuna"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"cercai di guardare il film, </i><b>La notte dei morti viventi</b><i>, ma mi pareva troppo simile alla realtà, e ormai conoscevo a memoria tutti i dialoghi. Chiusi gli occhi e mi sforzai di non pensare a niente, ma la mia testa, semplicemente, era troppo piena"</i></div><div style="text-align: justify;"><i>"piangevo per la specie umana. Per il fatto che l'uomo non è per niente buono. Ma era un bluff perché in realtà piangevo per la mia solitudine, la mia delusione, la presa di coscienza della mia mortalità, la consapevolezza che l'universo è un luogo buio, vuoto, e la vita è soltanto un giro di giostra, e quando squilla il campanello e tu devi scendere dalla giostra, metti i piedi sul nulla. E a quel punto, è tutto finito, non c'è più niente. Carne e anima potrebbero anche non essere mai esistite"</i></div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8806170023&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-18128469721817237892012-04-22T14:54:00.002-07:002012-05-13T08:52:04.798-07:00Chuck Palahniuk - Diary<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-qHyBPsaOkng/T5R9t_sL1YI/AAAAAAAANAk/BF_Vq3VO_h4/s1600/diary-palahniuk.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="diary Chuck Palahniuk" border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-qHyBPsaOkng/T5R9t_sL1YI/AAAAAAAANAk/BF_Vq3VO_h4/s200/diary-palahniuk.jpeg" title="diary Chuck Palahniuk" width="141" /></a></div><div style="text-align: justify;">Dopo <b><a href="http://loveandbooks.blogspot.it/2012/02/chuck-palahniuk-soffocare.html" target="_blank">Soffocare</a></b> e <b>Ninna Nanna</b> ho deciso di leggere <b>Diary di Chuck Palahniuk</b>. Recensioni ottime su <b>anobi</b>, bel libro dell'<b>edizione Mondadori</b> con copertina morbida e piacevole al tatto... e poi che dire, c'è tutto <b>Palahniuk</b> con una protagonista che è impossibile non amare: <b>Misty</b>. Misty, una donna sui 40, con un marito in coma, la figlia dodicenne e la suocera rompiballe. Misty, ex studentessa dell'accademia di belle arti, che approda nella misteriosa <b>Waytansea Island</b> dopo essersi innamorata di Peter, suo marito, che ha tentato il suicidio. Peter, che l'ha portata via dalla sua miserabile vita di povera, trasportandola in una terra ricca e preziosa, seducendola con le sue spille brillanti di bigiotteria, conquistandola con il suo essere e non essere artista. Peter, che ha tentato il suicidio, che ora è in coma. Peter, che l'ha abilmente illusa di diventare una grande artista. Peter, che ora la definisce, dopo anni, una moglie grassa, sciatta e dalle tette cadenti. Misty, che sognava di diventare una grande artista e che invece fa la cameriera in un hotel. Misty: un paio di drink, un paio di aspirine e via da capo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E' difficile spiegare cosa c'è dentro questo libro a chi non ha mai letto Palahniuk. C'è Palahniuk, tutto. Si sente profondamente, in ogni riga e in ogni riflessione. Sempre persecutorio, sempre sbandato, sempre crudo e attento. Nessuna frase è lasciata al caso e quando si finisce uno dei suoi libri, bisognerebbe rileggerlo da capo per essere sicuri di non essersi persi nessun particolare essenziale per la totale comprensione del tutto. Qui, Misty scrive un diario. Un diario per il marito in coma, in attesa del suo risveglio. Una sorta di memorie come facevano le mogli dei marinai quando partivano per le missioni. Ma Misty il diario lo scrive a modo suo, attraverso la voce di un autore indescrivibile!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><i>A quello che non capisci puoi dare qualunque significato</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Parole taglienti, decise. Misty è incazzata nera e odia Peter per ciò che le ha "fatto", detesta la sua vita, e non capisce perché la suocera Grace debba a tutti i costi intestardirsi dicendole che diventerà una grande artista. Non capisce perché Grace illuda la figlia Tabbi che sua madre un giorno sarà famosa. Non capisce perché deve continuare a pulire cessi e servire ai tavoli soltanto perché suo marito è un perfetto stronzo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><i>Nascerai nuovo di zecca, diverso, ma lo stesso</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il surreale fa capolino, quando nella vita di Misty arrivano continue frasi all'apparenza senza significato. Le ha scritte Peter. Le ha scritte sui muri di stanze di case che ha venduto alla gente non isolana. Quelle stanze che scompaiono, che soltanto un grafologo può trovare e analizzare...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><i>Esiste un'infinità di modi per suicidarsi senza morire</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>Morirete maledicendo il giorno in cui avete messo piede su...</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Morirete e il mondo sarà un posto migliore per...</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Morirete tra terribili urla di...</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">E Misty ricomincia, tra rabbia e false pretese, a dipingere. E lo fa a occhi chiusi, con del nastro adesivo che le ha attaccato Tabbi, perché l'artista fa e non vede. Perché la sua arte ha uno scopo, perché Misty sull'isola non c'è finita per caso, perché Misty è un'artista capace, una delle poche, una che può salvare la vita della gente, come Maura Kincaid, come Constance Burton.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><i>Per creare vera arte bisogna soffrire</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un Palahniuk assolutamente da leggere. Resterete col fiato sospeso fino alla fine, ma soprattutto coinvolti emotivamente, psicologicamente, esattamente come Misty. Sbandando un po'. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Va a sapere perché facciamo ciò che facciamo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Quando tua figlia dodicenne alza gli occhi e ti chiama Signora anziché mamma, tu bevi"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Peter Wilmot, tua madre non serve a un beneamato cazzo. Tua madre farebbe meglio a svegliarsi dal suo, di coma. Caro, dolce Peter. Riesci a rendertene conto? A ciascuno il suo coma"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Quello che all'accademia non ti insegnano è che la vita può finire, quando resti incinta"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Per la cronaca, lei ti ama ancora. Se così non fosse, mica si prenderebbe la briga di torturarti"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Faccio un buco diverso ogni giorno. Così ogni giorno provo un dolore nuovo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Nello scintillio di vetro dell'orecchino non c'era niente di complesso o profondo. Semplicemente, tutto ciò che siamo programmati per adorare. Lustrini e arcobaleni. Quei braccialetti che avrebbero dovuto insegnarle a ignorare"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Ogni volta che una persona piena di buone intenzioni ti costringe a dimostrare che non hai talento e ti fa pesare il fatto che hai fallito l'unico sogno della tua vita, tu bevi. Si chiama il Gioco dell'alcol di Misty Wilmot"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Per la cronaca, trovarsi coperti di merda e nudi in mezzo ai boschi, imbrattati di vomito rosa, non necessariamente fa di te un'artista"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Se il primo uomo che ti guarda le tette da quattro anni a questa parte viene fuori che è un poliziotto, tu bevi. Se viene fuori che sa già come sei nuda, bevi di nuovo. E fattelo doppio"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Per la cronaca, se hai ridotto i tempi di masturbazione a meno di tre minuti perché devi dividere il bagno con altre quattordici persone, bevi un altro po'"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Questo cazzo di paese è talmente piccolo. E la povera Misty Marie è l'ubriacona del villaggio"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"A volte per un artista, la sofferenza cronica può essere un dono"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">" La verità è che ovunque uno scelga di essere, è sempre nel posto sbagliato"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Puoi ripetere gli stessi miracoli all'infinito, a patto che nessuno si ricordi l'ultima volta che sono stati fatti"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Tutti quanti moriamo. L'obiettivo non è quello di vivere in eterno, ma di creare qualcosa che lo faccia al nostro posto"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Magari è semplicemente il compito di una figlia, quello di rompere le palle alla madre"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Dimenticare il dolore è difficilissimo, ma ricordare la dolcezza lo è ancor di più. La felicità non ci lascia cicatrici da mostrare. Dalla quiete impariamo così poco"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"E' giusto far fuori degli sconosciuti per supportare uno stile di vita solo perché le persone che lo adottano sono quelle a cui vuoi bene? O meglio: a cui credevi di voler bene"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Quello che all'accademia non ti insegnano è che il senso di tutta una vita è scoprire chi sei sempre stato"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="color: red;">"Quello che Misty ha imparato è che il dolore e il panico e l'orrore durano soltanto un minuto o due. Quello che Misty ha imparato è che tutto questo morire l'ha annoiata a morte"</span></i></div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8804577304&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-40155194852320562422012-03-27T11:10:00.009-07:002012-04-01T03:48:01.830-07:00Marcela Serrano - Quel che c'è nel mio cuore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-lwRX1moRdcc/T3IBqosVsPI/AAAAAAAAMjY/vkvnQGaYQPs/s1600/quel-che-c%27e%CC%80-nel-mio-cuore.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="quel che c'è nel mio cuore Marcela Serrano" border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-lwRX1moRdcc/T3IBqosVsPI/AAAAAAAAMjY/vkvnQGaYQPs/s200/quel-che-c%27e%CC%80-nel-mio-cuore.jpeg" title="quel che c'è nel mio cuore" width="129" /></a></div><div style="text-align: justify;"><i>Ecco quel che c'è nel mio cuore, furono le sue parole alla fine del racconto della sua vita, come usano dire le donne maya quando concludono una storia.</i> </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La storia che racconta <b>Marcela Serrano</b> in questo libro è quella di <b>Reina Barcelona</b>, una donna uruguayana con profonde radici messicane, che sceglie <b>San Cristobal de Las Casas</b> come dimora definitiva e luogo di rinascita. Una donna combattiva, che lotta da sempre per l'uguaglianza dei diritti dei popoli e delle donne, che ha dedicato la sua vita (e il suo destino) alla causa zapatista, che non smette mai di credere alla giustizia e alla serenità delle genti. Reina era un'amica della madre di Camila, cilena trapiantata a <b>Washington</b>, succube del marito e del proprio destino famigliare, che si reca a <b>San Cristobal</b> per un'intervista. E' un'occasione, uno spunto di rinascita interiore, per darsi spazio e forse dimenticare il suo bambino morto di una dolorosa malattia. E le domande che si pone Camila non sono solo esistenziali ma anche politiche. Nelle sue vene scorre il sangue cileno della condizione sottomessa della donna che trova sfogo in una città perduta ma non perdente che ti fa innamorare di sé e dei suoi uomini, che tutto sono fuorché messicani.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><div style="text-align: justify;"><br />
<iframe frameborder="0" height="240" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=880781773X&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="border-color: white; border-style: solid; border-width: 30px; float: left; height: 240px; width: 120px;" width="320"></iframe><br />
La dolcezza che accompagna questo libro si fa scudo alle vicende politiche condotte dal <b>sub comandante Marcos</b>, qui idolatrato e mai giudicato. E la storia infondo non è solo quella di Reina, ma degli indios, delle donne degli indios e della condizione di un popolo che lotta profondamente e con tutta la forza che può per raggiungere l'omogeneità che tutti sperano per una nazione ma che, purtroppo, non è mai attuabile se non nel cuore di chi ci crede. E il cuore di Camila riscopre i suoi avvalli in modo dolce e mansueto, grazie alla irremovibilità di un seno profondamente simbiotico, seppur diverso, di un uomo: il suo Luciano. </div><div style="text-align: justify;">Camila si trova di fronte avvenimenti più grandi di lei che non sa affrontare, ma che la rendono più forte e più donna e la fanno tornare nella sua Washington con più consapevolezza ma soprattutto, tra le braccia del suo Cile, da sempre fertile e rigoglioso di precipizi come la vita stessa.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Quel che c'è nel mio cuore</b> è un altro splendore di <b>Marcela Serrano</b>, che fa amare un'altra città dell'America Latina fin quasi a toccarla e a farti venire la voglia di partire, di nuovo, per scoprirla, assaporarla, amarla. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"il colore dei tuoi capelli abbellisce ma non distrae"</i></div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"uno è cittadino del posto che vuole... del posto che si sceglie"</i></div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"tutte noi nutriamo la segreta illusione di essere diverse"</i></div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"Il buonsenso: il peggiore di tutti i sensi, quello che banalizza tutto"</i></div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"esiste un sangue che brucia anche quando è freddo"</i></div><div style="color: red; text-align: justify;"><i>"avevo dimenticato com'era l'odore che stavo cercando"</i></div><div style="text-align: justify;"><i style="color: red;">"dove, dove si ritorna dopo l'amore? Qual è il posto?"</i></div></div><br />
<br />
</div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-70380481980786885982012-03-26T13:16:00.001-07:002012-03-26T14:40:36.996-07:00Chi ha ucciso Michael Jackson?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-UXGYJxMtagQ/T3DOUoswrUI/AAAAAAAAMi4/8UIjMStns54/s1600/chi-ha-ucciso-michael-jackson.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="michael jackson libro" border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-UXGYJxMtagQ/T3DOUoswrUI/AAAAAAAAMi4/8UIjMStns54/s200/chi-ha-ucciso-michael-jackson.jpg" title="chi ha ucciso michael jackson" width="152" /></a></div><div style="text-align: justify;">Premetto di non essere una <b>fan di Michael Jackson</b> ma di rispettarne il florido e meritatissimo splendore artistico. Premetto che non ho neanche capito chi abbia scritto questo libro, che nella copertina pare sia stato creato dallo <b>staff di Top Secret</b> (credo un noto <b>programma tv</b> di misteri condotto da <b>Claudio Brachino</b>? Potrei sbagliarmi e chiedo scusa, ma vivo degnamente anche senza televisione), che è comunque a cura di<b> Gregoriana Labarile</b>. Premetto di non sapere neanche perché ho acquistato questo libro... forse per il mio fanatismo da megalomane nel comprare tutti i libri che abbiano una copertina morbida e piacevole al tatto, che stiano comodamente dentro la mia borsa (che non è mai enorme, anzi), che costino poco (o almeno rispettino la magrezza del mio portafogli) e che, naturalmente, mi colpiscano a prima vista! Ecco perché forse ho comprato questo libro...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
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<div style="text-align: justify;">Il libro riporta, in capitoli molto scanditi, una cronaca generale riguardante la morte dell'artista, che ha suscitato da subito dubbi e perplessità. Come tutte le grandi star che continuano a vivere anche oltre la morte, <b>Michael Jackson</b> è rimasto e sempre rimmarrà nei cuori dei suoi fans e sempre farà parte della storia della <b>musica pop</b>. Il giallo della sua morte poteva quindi essere "prevedibile", e l'impronta del libro verge proprio su questo: il mistero di una morte ambigua, con testimonianze contrastanti, persone che non si trovano, debiti e problemi con alcol, farmaci e presunta pedofilia (mai dimostrata). Un uomo che arriva a 50 anni distrutto dalla difficile infanzia con un padre violento e brutale, catapultato in un mondo magico di successo, fama e denaro, che non ha mai dimenticato come il padre lo chiamasse "nasone" o come cercasse di non fargli mai perdere quel suo falsetto diventato un mito imbottendolo di farmaci ormonali perché la sua voce non cambiasse...</div><div style="text-align: justify;">Un uomo eterno bambino, con il sogno di somigliare sempre più alla sua <b>Diana Ross</b>, con il desiderio di far divertire il più possibile i bambini terminali nel suo <b>Neverland</b>, il parco giochi costruito apposta per loro (e per lui). Un uomo che nasconde i suoi figli dietro a finti burka, che ha paura di ogni contaminazione batterica possibile, che vuole diventare bianco e che poi ci riesce. Un uomo che sposa la <b>figlia di Elvis</b>, <b>Lisa Marie Presley</b>, la cui unione, sempre difesa dalla donna, è stata severamente criticata dai media. Un uomo che muore misteriosamente nella sua casa di infarto, sottoposto a un massaggio cardiaco sul letto, con il comodino pieno di medicine, e la stanchezza devastante di tutta la sua vita addosso. Ma lui doveva, voleva, non poteva non farlo: terminare con il suo <i>This is it</i>, l'ultimo concerto della sua vita. Concerto che però non c'è mai stato. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il titolo è provocatorio: <b>chi ha ucciso Michael Jackson?</b> Deve essere per forza stato ucciso da qualcuno? No, le ipotesi sono generali, l'uccisione può essere anche stata data da un farmaco...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le ultime pagine sono appendici di brevi biografie sulle morti, tutte molto discusse, dei più noti artisti del rock e del pop: <b>Elvis Presley</b>, morto di infarto nel suo bagno di Graceland; <b>John Lennon</b>, assassinato davanti agli occhi della moglie <b>Yoko Ono</b> da uno dei suoi fan ("<i>non ero nessuno finché non ho ucciso il più grande qualcuno che esiste sulla terra</i>"); <b>Kurt Cobain</b>, morto suicida ma forse ucciso da una pistola e una quantità di eroina in corpo da far rabbrividire; <b>Jimi Hendrix</b>, ufficialmente morto suicida a causa dei sonniferi e l'alcol; <b>Jim Morrison</b>, stroncato da un infarto all'interno di una vascada bagno in una camera d'albergo di Parigi (ma per <i>tutti </i>è ancora vivo e vegeto, e ha soltanto inscenato la sua morte); e infine <b>Brian Jones</b>, morto per presunto annegamento all'interno della piscina di casa sua nel Sussex. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il libro è sicuramente un piccolo spunto per l'approfondimento di vicende poco note o sconosciute ai dilettanti della musica rock e pop (come me), ma penso che non sia proprio uno di quei libri interessantissimi da comprare né per chi ama il genere né per i fan di Michael Jackson, che ne potrebbero rimanere delusi. Anche se, quando si è fan sfegatati, di solito non si riesce proprio a farsi scappare via nulla...</div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=1447770099&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe> </div><iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8896695015&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=1447836197&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8896212057&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-51821076402378064682012-03-23T17:50:00.003-07:002012-03-25T13:38:08.413-07:00Federica Bosco - S.O.S. Amore<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-rP4AkdWVeAI/T20Z3OgIdLI/AAAAAAAAMiw/dX3OQkFHFcw/s1600/sos-amore-federicabosco.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="federica bosco sos amore" border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-rP4AkdWVeAI/T20Z3OgIdLI/AAAAAAAAMiw/dX3OQkFHFcw/s200/sos-amore-federicabosco.png" title="sos amore" width="132" /></a></div><div style="text-align: justify;"><b>Federica Bosco</b> è un'autrice che mi piace molto: fresca, spigliata, brillante, intelligente, divertente, ironica. Leggere i suoi libri, seppur leggeri, è rilassante. Permette di dare uno stacco alla mente, di non pensare, di lasciarsi andare alla frivolezza. Nonostante ciò, non la ritengo affatto un'autrice frivola ma anzi, una persona normale e naturalmente dotata che fa sorridere e divertire.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">S<b>.O.S. Amore</b> è l'ennesima storia strampalata di una donna che si ama poco, racconta a tutti un sacco di balle, non è bellissima, ha un lavoro precario, 35 anni suonati ed è irrimediabilmente single. La donna in questione si chiama Chiara, vive con la sorella Sara, ha una sorellastra di nome Gaia Luna, un'amica insopportabilmente bellissima e stronza (Barbara), uno pseudo fidanzato che però è sposato ma dice di amarla moltissimo, che è anche il suo avvocato, che è anche il suo capo. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Sì, perché Chiara fa la segretaria nello studio di Andrea, l'uomo di cui è letteralmente innamorata, tanto da fare follie e cose davvero inimmaginabili per non perderlo. La sua vita però non è quella che aveva sempre sognato: una casa a Milano in cui l'affitto costa un occhio della testa, una madre ansiosa che soffre di attacchi di panico, un padre che l'ha abbandonata da piccina per aprirsi una catena di hotel a Cuba, una sorella isterica che non vuole sposare il suo storico fidanzato e trasferirsi in Sardegna, una sorellastra odiosa e straricca che è cici coco col padre, un'amante che pare amare soltanto le sveltine in ufficio e che la passa a prendere per uscire a 30 km da casa "perché non si sa mai"... insomma, la vita di Chiara è un disastro ma soprattutto, lei vorrebbe soltanto una storia normale, un lavoro normale, un po' di tranquillità e tanto sentirsi amata. Ma, per essere amata, è il caso di raccontare un sacco di balle a tutti, perché se sono a fin di bene non fanno proprio male a nessuno...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>S.O.S. Amore</b> è una storia spassosa, in cui una donna di 35 anni fragile come una ragazzina comincia una terapia da uno psicoterapeuta (a cui racconterà un sacco di balle), che sarà un pretesto per regalarle nuova forza e vitalità e farla ricominciare o, almeno, partire da zero. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Scritto con l'ironia di sempre, i colpi di scena, le frasi giovani e moderne e un linguaggio che si fa subito amare, è un romanzo che ha venduto oltre 600.000 copie ed è stato tradotto in più di 11 paesi. Certo, non possiamo dire che sia di una profondità strabiliante, ma è simpatico e sincero, ideale per staccare la mente dai pensieri. Mi meraviglio molto di questo personaggio di 35 anni, che a me ricorda molto la ragazza che ero nell'adolescenza. La sovracopertina dice: "<i>alzi la mano chi non si è mai sentita come Chiara!</i>". La alzo anche io, ma ero giovanissima e voglio sperare che le donne di quell'età siano oggi più forti di così e soprattutto che non debbano aspettare così tanto per avere il loro primo vero orgasmo!</div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8854115479&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-49937609734081717152012-03-12T18:40:00.004-07:002012-03-25T17:35:47.861-07:00Wladyslav Szpilman - Il pianista<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-GjNpTYjandQ/T2EClagWmvI/AAAAAAAAMRU/7yAED_uudWo/s1600/il-pianista.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Szpilman il pianista" border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-GjNpTYjandQ/T2EClagWmvI/AAAAAAAAMRU/7yAED_uudWo/s200/il-pianista.jpeg" title="il pianista" width="130" /></a></div><b>Il pianista</b> è un libro commovente. Scritto di getto subito dopo la fine della guerra, è un piccolo gioiello da conservare con cura, perché dentro non c'è solo la storia ma tantissime emozioni.</div><div style="text-align: justify;">La vicenda è quella dello stesso autore, un noto pianista polacco di Varsavia. Un uomo che è miracolosamente sopravvissuto allo sterminio nazista e si racconta, e lo fa in modo quasi distaccato, come se si guardasse dall'alto, come se il dolore e l'atrocità gli abbiano regalato quella fermezza che appare, agli occhi dei superficiali, una sorta di insensibilità.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Wladyslav Szpilman</b> lavora alla <b>radio polacca</b>. Suona il pianoforte ed è un pianista affermato e conosciuto. La sua famiglia è ebrea, originaria di Varsavia, e abita una delle zone che poi, durante la guerra, verranno inglobate all'interno del ghetto. Non si tratta quindi dell'esperienza di un internato, ma di un comune abitante di Varsavia ridotto a fame e miseria e incredibilmente riuscito ad evitare la deportazione fino alla fine. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">La casa degli Szpilman si trovava già all'interno della zona che poi sarebbe diventata il ghetto della città, ma nel corso del tempo le trasformazioni sconvolsero ogni cosa. Non si poteva entrare nei caffè, passeggiare nei parchi, bisognava assolutamente salutare i soldati tedeschi togliendosi il cappello, gli ebrei non potevano camminare nei marciapiedi ma solo in strada, gli ebrei pagavano il biglietto dell'autobus quattro volte tanto, non potevano prendere il treno, non avevano diritto alle vaccinazioni, dovevano portare al braccio un fazzoletto bianco con la stella azzura di David cucita sopra (e ingenuamente la famiglia si chiede: <i>ma dobbiamo farcela noi la stella o ce la danno loro?</i>), non potevano tenere in casa più di 2.000 zloty e tutto ciò che avevano in banca diventava di possesso tedesco.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I primi cambiamenti sono stati quelli igienici: la povertà era ovunque, e i pidocchi infestavano marciapiedi, scale, uffici pubblici. Ogni mese morivano oltre 5.000 persone di tifo. Il vaccino del tifo, studiato e realizzato dal famoso <b>dottore polacco Weigel</b> (il nome più popolare all'epoca dopo quello di Hitler) era venduto a caro prezzo e soltanto i più abbienti potevano permetterselo. I morti non si riuscivano a seppellire perché al cimitero, dove le fosse comuni erano ormai sature, non c'era posto. Venivano così spogliati (perché gli abiti che indossavano erano troppo preziosi), posizionati nudi sui marciapiedi, e coperti con dei giornali. </div><div style="text-align: justify;">Durante i bombardamenti in città, la famiglia Szpilman si nascose in un bagno che poteva contenere a malapena otto persone, in undici. Rimasero per 2 giorni e 2 notti in piedi, chiedendosi poi, i giorni seguenti, come ci fossero riusciti. Varsavia si arrese il 27 settembre del 1939, lasciando alle sue spalle oltre 20.000 morti che restavano cadaveri per le strade insieme ai cavalli, richiamando su di essi folle di gente affamata che cercava di mangiarli. La gente era incredibilmente più arrabbiata con il governo polacco e la polizia, che erano fuggiti lasciando sola la popolazione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le prime violenze tedesche si effettuavano ad opera di vetture private. Fermavano passanti, li costringevano a salire e poi li picchiavano pesantemente. Dopo l'occupazione di Varsavia cominciarono anche le prime fucilazioni, inizialmente saltuarie, poi sempre più frequenti. Il muro dell'odio cominciava a farsi strada tra la gente. </div><div style="text-align: justify;">Cominciarono ad essere emessi decreti che gli ebrei dovevano assolutamente rispettare. Erano decreti inutili, come quello del pane. Gli ebrei non potevano comprare né mangiare il pane, ma poi tutti lo facevano lo stesso, di nascosto. I decreti erano un pretesto, qualunque cosa venisse detta, poteva essere stravolta a libero piacimento dei tedeschi. </div><div style="text-align: justify;">Nel 1940 il governo nazista introduce l'obbligo dei campi di lavoro, per garantire "<i>l'educazione sociale appropriata a parassiti inseriti nell'organismo sano delle genti ariane</i>". Tutti gli uomini dai 12 ai 60 anni e le donne dai 14 ai 45 dovevano essere deportati. Per evitare momentaneamente la deportazione bastava farsi cambiare nome: il prezzo era di 1.000 zloty.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il 15 novembre vennero chiusi i cancelli del ghetto, nessuno poteva uscire od entrare, se era ebreo. Il ghetto poteva contenere a malapena 100.000 persone, mentre all'interno della zona erano circa 500.000. Era difficile non scontrarsi con la gente mentre si passeggiava.</div><div style="text-align: justify;">Mentre i tedeschi costringevano gli ebrei a consegnare loro pellicce di volpe argentata o di castoro, i caffè e i ristoranti restavano aperti, come a garantire una perfetta illusione. Il ghetto era a sua volta diviso in piccolo e grande, il piccolo era riservato all'intellighenzia, la borghesia, nel grande c'erano soltanto morte e povertà. Via Chlodna era una strada di grande passaggio, per poterla attraversare bisognava attendere delle ore, se eri ebreo. E ti davano solo qualche secondo per farlo, e dovevi correre e se cadevi, la gente ti pestava. Nell'attesa, i tedeschi facevano ballare in modo goffo chiunque ritenessero buffo: storpi, persone molto grasse o molto magre, nani, bambini; mentre i tram a cavalli fendevano la massa umana "<i>come una barca che avanzi nell'acqua</i>". </div><div style="text-align: justify;">Se una persona non poteva fare ciò che i tedeschi chiedevano, veniva uccisa. Ad esempio un uomo costretto in sedia a rotelle a cui venne ordinato di alzarsi. Lo presero e lo buttarono giù dalla finestra del terzo piano. I manganelli dei tedeschi non erano di gomma, o almeno, non solo. La gomma era arricchita di chiodi e lamette da barba. E poi le riprese della tv, per mostrare quello che non era. Ordinavano alla gente di spogliarsi nei bagni pubblici, di fare il bagno tutti insieme. Filmavano la scena e poi, soltanto dopo molti mesi, si scoprì perché. Gli ebrei di Varsavia venivano fatti apparire ricchissimi, ma anche immorali e spregevoli, dato che donne e uomini facevano il bagno tutti insieme nella stessa vasca da bagno in modo impudico.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Queste sono soltanto alcune delle cose che si possono leggere nel libro, in cui soltanto Szpilman di tutta la sua famiglia sopravvive. E rimane vivo, per sei lunghi anni, all'interno del ghetto, attraversato da sentimenti contrastanti e sempre diversi, rischiando di morire tante di quelle volte che neanche lui sa come sia invece rimasto vivo. </div><div style="text-align: justify;">Io posso soltanto dire che questo libro è una delle storie vere più toccanti e straordinarie che io abbia mai letto sull'olocausto. Leggetelo, leggetelo. E parlatene. Con tutti. Potete sentirne la musica, la tristezza, la voglia di vivere.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Di questo libro è stato tratto un film molto famoso, diretto da Roman Polanski, ed uscito in Italia nel 2002. Il film è molto toccante, anche se non fedelissimo, ma permette di farsi un'idea almeno visiva della vicenda e della situazione toccata in sorte all'autore. A mio avviso però non è all'altezza del libro, anche se capisco che possa essere stato davvero difficile realizzarne il film.</div></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8860732158&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe><br />
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</div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-12997995331994618182012-02-29T12:21:00.004-08:002012-03-25T17:36:17.296-07:00Georges Simenon - Il gatto<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-EH_rcahspiU/T06Ing3wc_I/AAAAAAAAMME/9B-ZnizuI4Y/s1600/il_gatto_simenon.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="il gatto di simenon" border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-EH_rcahspiU/T06Ing3wc_I/AAAAAAAAMME/9B-ZnizuI4Y/s200/il_gatto_simenon.jpeg" title="simenon il gatto" width="127" /></a></div><div style="text-align: justify;">Inutile dire che, nel comprare questo romanzo, io sia stata attirata, oltre dalla garanzia dell'autore, dal titolo. Questo gatto preso come pretesto di una relazione che sembra far acqua da tutte le parti ma che poi risulta salda come non mai, mi ha incuriosita e convinta nello sceglierlo. Un romanzo del 1966, da cui è stato anche tratto il film omonimo di <b>Pierre Granier Deferre</b> nel 1971, che ha visto i protagonisti, <b>Simone Signoret e Jean Gabin</b>, premiati al <b>Festival di Berlino</b>. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La storia è quella di Emile e Marguerite, una coppia attempata di coniugi in seconde nozze, molto diversi tra loro. Emile è un ex operaio, vedovo e nostalgico dell'allegra moglie morta troppo giovane, un uomo alla mano, forse un po' rozzo ma di buon cuore, tarchiato, sanguigno e amante dei gatti. Lei invece, magra e rachitica, rigida e pallidissima, era sposata con un musicista molto noto, una donna borghese ed elegante, che vive nel ricordo della rovina della sua famiglia (cui era perfino dedicata una strada della città), caduta in disgrazia per eccesso di buonismo. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">I due, nonostante l'amore iniziale, dopo tanti anni di convivenza nella casa di lei, non si sopportano. Lui è convinto che lei gli abbia ammazzato il caro <b>gatto Joseph</b>, e per dispetto ha cercato di ucciderle il pappagallo, che poi è comunque morto. I due non si parlano più, comunicano soltanto attraverso laconici bigliettini, insultandosi e disprezzandosi a vicenda. Eppure, nonostante cerchino di vivere vite separate, di non incontrarsi nei pochi momenti di condivisione delle parti comuni della casa, di fare la spesa in momenti diversi, di non mangiare insieme e neanche toccare il cibo o le pentole usate dell'altro, non possono fare a meno di "stare" insieme. Il faticoso rapporto viene descritto magistralmente da un'abile <b>Simenon</b>, che riesce a mettere in luce gli aspetti negativi ma anche positivi di questa subdola relazione, che appare una <b>guerra dei Roses</b> in piccolo, ma ambientata in <b>Francia</b>. Mentre i giorni passano lenti e silenziosi, in una vita sempre uguale, Emile e Marguerite non fanno altro che aspettare il momento della loro morte. Chi perirà per primo? Chi lascerà solo l'altro? Chi si occuperà della tragedia della morte dell'altro? E ancora, come sarà la vita in solitudine? Questa solitudine agognata tutti i giorni, ad ogni silenzio imprevisto, ad ogni sonnellino troppo lungo, ad ogni uscita interminabile dell'uno o dell'altro?</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Due anime che non possono stare insieme ma che non possono neanche vivere l'una senza l'altra, raccontate in una serie di vicessitudini molto realistiche e al limite della paranoia che però non si discosta mai da una realtà quotidiana che è molto più reale che finta. Cosa succederà? Emile prova a scappare, a rifarsi una vita, a cambiare tutto ma... qualcosa andrà storto, qualcosa di più grande di lui, di loro. Non resta che aspettare, aspettare nella quotidianità, aspettare che qualcosa succeda, percorrere il resto della vita come fosse un'espiazione che ha legato due cuori e due corpi in modo totalmente indissolubile e inimmaginabile... fino alla fine.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un libro fantastico, molto riflessivo, che dovrebbe essere letto da tutti coloro che cercano di darsi uno scopo, un fine per la loro vita che, ogni giorno, scorre sempre uguale ma che, senza la malattia dell'abitudine e dell'illusione di sicurezza che essa può fornire, si dipana frammentandosi in pezzi talmente esili da risultare all'apparenza quasi insignificanti...</div><div style="text-align: justify;">Splendido.</div><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Avevano tempo, tutto il tempo che li separava dal momento in cui uno dei due sarebbe morto. Chi se ne sarebbe andato per primo? Non era dato saperlo"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Naturalmente i loro dialoghi erano muti, ma si conoscevano troppo bene per non indovinare ogni parola, ogni intenzione"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Non si era mai reso conto di invecchiare. Non si sentiva vecchio. E quando pensava alla propria età se ne stupiva molto"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Non avevano figli, ma non si preoccupavano di sapere di chi fosse la colpa"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Joseph!... gli veniva da piangere. Mai avrebbe creduto che l'assenza del gatto potesse turbarlo tanto, farlo sentire così smarrito"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Dal momento che Marguerite aveva avvelenato il suo gatto, tutto era falso, come aveva già sospettato senza però volerci credere"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Barava, respingendo pensieri ancora confusi che, acquistando forma, rischiavano di diventare spiacevoli"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Non voleva morire per primo. E non voleva nemmeno che morisse lei. Doveva pensare ad altro"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Incontrava le persone per strada ma non le vedeva. Non sapeva più che cosa fossero una donna, un bambino, ridere o piangere"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"La saliva della domenica, quando si baciavano a lungo, sapeva di campagna"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Viveva in un mondo tutto suo, un mondo immaginario cui attribuiva i colori che preferiva"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Leggeva più giornali di prima, perché gli mancava il coraggio di iniziare un romanzo lungo"</span></i><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #990000;">"Chissà dove andavano le persone. Il loro andirivieni non aveva senso, come non lo avevano quelle vetrine illuminate che facevano tristezza e che nessuno si fermava a guardare per via della tramontana..."</span></i></div><br />
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="http://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=lovandboo-21&o=29&p=8&l=as1&asins=8845926117&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></iframe></div>Valentinahttp://www.blogger.com/profile/11093896931617946373noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6210114752950878546.post-44823962333744114122012-02-26T11:34:00.003-08:002012-03-25T17:36:37.649-07:00Chuck Palahniuk - Soffocare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-Gd9duCXgNbM/T0qJJTaZqLI/AAAAAAAAMIk/-RVZi8oeA5U/s1600/soffocare.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="soffocare" border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-Gd9duCXgNbM/T0qJJTaZqLI/AAAAAAAAMIk/-RVZi8oeA5U/s200/soffocare.jpeg" title="palahniuk soffocare" width="140" /></a></div><div style="text-align: justify;">La mia prima lettura di <b>Palahniuk</b> e già me ne sono innamorata. Un autore difficilmente collocabile in un genere, almeno da questo libro, in cui l'introduzione che presenta la trama è soltanto un pretesto per l'approfondimento di argomenti interiori molto profondi. E Palahniuk ci riesce molto bene, devo dire. Mi aspettavo infatti una descrizione più accentuata e forse maggiormente teatrale sulle "commediette da soffocamento", in realtà dentro il libro c'è molto altro, che colpisce e conquista.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il protagonista è <b>Victor Mancini</b>, che si guadagna da vivere in modo un po' strambo, e arrotonda tramite tragicommedie riuscitissime: in poche parole se ne va al ristorante, finge di soffocare, viene incredibilmente salvato da qualche coscienzioso che, acquisendo un fantomatico senso alla propria vita, gli manda ad ogni anniversario della vicenda, un assegno di di gratitudine. Dopo poco tempo, Victor riceve l'assegno quasi quotidianamente, ma quei soldi gli servono per pagare la retta di una casa di cura in cui è ricoverata la madre morente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Presentato dall'autore in modo forte, come ragazzo cresciuto senza un padre e da una madre sbandata, tossicodipendente, ladra, totalmente contro corrente e pazza, Victor è anche un ex studente di medicina fallito, sommerso e travolto da quegli studi che gli hanno annebbiato la mente e la praticità della vita, sesso dipendente in attesa di una guarigione speranzosa, che non ama niente e nessuno se non sé stesso, cinico e caparbio nelle sue convinzioni, ma anche profondamente infelice. Un carattere completamente sottomesso a quello della madre, che lo ha sempre comandato a bacchetta e gli ha inculcato cose che lui ha sempre creduto e che non riesce ad espellere dalla mente e dal cuore, Victor paga la sua lunga e dolorosa espiazione, ricercando un padre che non si trova né si troverà mai. La madre non lo riconosce neppure ma lui la va a trovare tutti i giorni, e tutti i giorni le racconta la favola che vuole sentire perché lui non si dà pace, non vuole che muoia ma sa che, se rimane viva, sarà lui quello che, lentamente, continuerà a morire, giorno dopo giorno. Ad arricchire la vicenda personaggi che sembrano minori ma che sono fondamentali, incastrati con le loro personalità vacillanti a formare un quadro quasi surreale. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le riflessioni, anche se a tratti sembrano superficiali, sono molto profonde e le frasi d'effetto coronano una riflessione unica sulla vita che ti lascia qualcosa di davvero profondo dentro. Un libro comunque imprevedibile e dal finale inimmaginabile, che risulta nel complesso vincente e geniale, confermando Palahniuk come degno successore di un De Lillo indimenticabile. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"ogni cosa in più che possiedi è solo l'ennesima cosa che un giorno perderai"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"sembrava che quel momento dovesse durare per sempre. Che bisognasse rischiare la vita per ottenere affetto. Che bisognasse arrivare a un pelo dalla morte perché qualcuno si decidesse a salvarti"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"l'arte non nasce mai dalla felicità"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"immaginati una persona tanto stupida da non sapere che la speranza non è che una delle tante fasi che prima o poi si superano. Che davvero ha pensato fosse possibile fare qualcosa, una cosa qualsiasi, che durasse per sempre. Ci si sente stupidi anche solo a ricordare tutto questo. C'è da stupirsi che uno così sia sopravvissuto tanto a lungo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"poi accende la tv e si mette a guardare una soap opera, avete presente, no? Gente vera che interpreta gente finta e con problemi inventati, a uso e consumo di gente vera che le guarda per dimenticare problemi veri"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"se non posso diventare un grande dottore che salva centinaia di pazienti, almeno in questo modo sono un grande paziente che crea centinaia di potenziali dottori"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"la gente è pronta a fare salti mortali se solo la fate sentire onnipotente"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"non devi essere per forza bello, almeno non in superficie, eppure vinci lo stesso. Devi solo lasciarti andare, fare il debole e l'umiliato. Continuare per tutta la vita a ripetere: scusa, scusa, scusa, scusa..."</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"probabilmente è così che gli uomini hanno reagito all'ostilità di Eva. Distraendola. Aspettando che le passasse. Evitando lo scontro. Scappando"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Avanti, buttatemi tutto addosso, fate di me il povero passivo indifeso nella vostra orgia delle colpe. Sono qui, scaricatevi"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"E' buffo come uno non pensi mai alle donne che ha già avuto. Sono sempre quelle che ti sfuggono a rimanere indimenticabili"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Se sei nell'atrio di un grande albergo e senti Il Bel Danubio blu, scappa. Non pensare. Corri e basta"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Quando compi trent'anni diventi tu il peggior nemico di te stesso"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Le cose che impari a medicina le impari, e una volta imparate non c'è modo di tornare indietro. Beata ignoranza. Le poche cose che so bastano già a rendermi la vita tutt'altro che facile. Quando scopri quali e quante sono le cose che possono andar male, smetti di vivere e cominci ad aspettare. Il cancro. La demenza senile. Ogni volta che passi davanti a uno specchio ti perlustri la faccia in cerca di quella macchiolina rossa che significa fuoco di Sant'Antonio. Vedi anche: tigna. Vedi anche: scabbia. Vedi anche: malattia di Lyme, meningite, febbre reumatica, sifilide"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"fare figli è l'oppio dei popoli!"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Insomma, io sono stufo di avere sempre torto solo perché sono un maschio. Cioè, quante volte un uomo può sentirsi ripetere che è un oppressore, un prevenuto, un nemico, prima che decida di gettare la spugna e diventare nemico per davvero? Dopo un po' ti arrendi e accetti di essere sessita, bacchettone, insensibile, rozzo, imbecille. Le donne hanno ragione. Sei tu che ti sbagli. Dopo un po' ti ci abitui. Ti adegui alle loro aspettative. Anche se la scarpa non è della tua taglia, il piede ce lo fai entrare a forza. Diciamocelo: in un mondo senza più Dio, il nuovo dio non sono forse le madri? L'ultimo bastione sacro e inespugnabile. Che la maternità sia l'ultima magia perfetta, l'ultimo miracolo? Ma è un miracolo impossibile per gli uomini. Con un fallo non ci pianti nemmeno un chiodo. Le donne nascono già talmente avvantaggiate, a livello di capacità. Se un giorno gli uomini impareranno a partorire, allora sì che si potrà cominciare a parlare di parità fra sessi"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"la linea che separa la scienza dal sadismo è invisibile"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"nessuna donna è davvero bella come lo è nella tua testa. Niente è eccitante quanto la tua fantasia"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"i muscoli della coscia di un essere umano sono identici alla carne di tacchino scurita dalla cottura. Al primo anno di anatomia è impossibile guardare un pollo o un tacchino senza pensare che stai mangiando un cadavere"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"si vive e si muore e il resto è solo un'illusione. Puttanate da femmine sottomesse che si riempiono la bocca di sentimenti e sensibilità. Un mucchio di stronzate soggettive ed emotive. L'anima non esiste. Esistono le decisioni e le malattie e la morte"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"E' pazzesco come una donna può fraintenderti se, per sbaglio, mentre le affondi il muso tra le chiappe morbide, dici: ti amo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"in un certo senso, avere una dipendenza è sinonimo di intraprendenza. Una bella dipendenza come si deve toglie alla morte l'elemento sorpresa. E poi diciamocelo: pensare che un essere umano debba vivere in eterno è proprio una cosa da femmine"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"a questo mondo esiste qualcosa che non delude mai le aspettative?"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"se una persona non la vedi tutti i giorni ti accorgi di come cambia"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"faccio il pieno, cerco un incidente e mi metto in coda. Giusto per sentirmi parte di qualcosa"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"se la scelta è fra non essere amati ed essere vulnerabili, sensibili ed emotivi, allora l'amore potete anche tenervelo"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"ormai non fingo nemmeno più di capire come funziona la mia testa"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"E' patetico come non siamo capaci di convivere con ciò che non comprendiamo. Come abbiamo bisogno di etichettare e spiegare e dissezionare tutto quanto. Persino le cose inspiegabili per definizione. Persino Dio"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Chissà, forse per arrivare ai miracoli veri bisogna fare qualche gavetta"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"Questa gente più che un orgasmo cerca l'oblio. Dimenticare. Tutto. Per due, dieci, venti minuti. Mezz'ora. O forse è così che si diventa la gente quando la trattano come bestiame. O forse anche questa è solo una scusa. Forse è solo perché si annoiano. Forse gli esseri umani non sono fatti per passare un giorno intero seduti in scatole minuscole stipate di gente senza poter muovere un muscolo. Siamo persone giovane e sveglie, vive. Se ci pensi, è difficile dire quale delle due cose sia più innaturale"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"sono così intelligente che riesco addirittura a negare i miei sogni"</span></i></div><div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #4c1130;">"E' un jamais vu. Il contrario francese del dejà vu, quando tutti ti sono sconosciuti, benché tu sia convinto di conoscerli"</span></i></div></div><br />
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