Enrico Brizzi - La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco


Un libro che ho comprato affascinata dal titolo e poi con Brizzi sapevo di andare un po' sul sicuro. La storia di Bologna raccontata da lui, dal 1974 al 2008, anno di uscita del libro. Una Bologna che ricorda un po' l'Italia di tutti noi nei racconti giovanili dell'autore, dagli scout alle prime canzoni di Vasco, dai Mondiali di Calcio del 1982 ai giri in città durante gli scioperi a scuola, quando andare in centro era un po' come andare all'estero. E ho rivissuto con lui una parte di Bologna che mi ha conquistata totalmente, quella dell'università, della prima indipendenza, delle scoperte, della cultura fascinosa in una città che dà senza chiedere troppo in cambio e che ti rimane attaccata dentro come una seconda pelle, se la sai comprendere ed amare. Le parole si fanno quasi nostalgiche, da un'infanzia segnata da canzoni (inopportune) di Vasco, a un'adolescenza attraversata dai principali cantautori doc Guccini, Dalla, se vogliamo Morandi, ma anche (aggiungiamolo) Luca Carboni. Una crescita in banchi universitari dove Umberto Eco era il tuo professore, e potevi vantarti con gli amici di avere un suo autografo nel libretto, dove il voto sembrava quasi una dedica speciale solo per te! E ancora la musica, ma anche il mondo del giornalismo, della politica, di una Bologna che cambia nella vita quotidiana e nei cuori della gente. Un Brizzi brillante, nostalgico, parla di sè e anche della sua città. Chi ci ha vissuto non può non amare Bologna, ricordarla con affetto, stringerla a sè come quando pensi a un amore bello, bellissimo e giovane, che forse hai perduto ma che ti ha lasciato dentro tanta dolcezza. Una Bologna diversa si affaccia nelle ultime pagine e negli ultimi capitoli di questo libricino che si fa leggere in fretta: stanca? Bistrattata? Delusa? Amareggiata da chi non la capisce più, la vuole cambiare (ma non la può dimenticare)? Una Bologna ancora autentica, dove regna uno stadio meraviglioso (e unico nel suo genere), una torre dritta e una pendente, Piazza Maggiore e la Fontana del Nettuno, ma anche Via delle Bombe (dove una volta viveva Vasco), una via inesistente, tramandata e che solo chi c'è passato conosce. Uno scorcio quasi sentimentale, intriso di bellezza e profondità. Unico neo la parte politica, troppo esaltata da parte dell'autore, dichiaratamente di sinistra. Quasi forzata. Chi a Bologna c'è vissuto sa cosa intendo. Ma rimane sempre il cuore quello da scoprire, e la tenerezza di chi riesce ad amare una città che si fa amare per quello che è. Perchè Bologna è sempre Bologna.  

"quando incontro qualcuno che scuote la testa e dice che Bologna non è più quella frizzante e anticonformista di una volta, vorrei domandargli piccato: perchè te si? Hai ancora il sorriso e il cuore leggero di quando avevi vent'anni?"

"camminando, la memoria porterà a galla cose che credevamo di avere dimenticato. Ci arriveranno in visita volti, voci, ritornelli lontani, e ovunque saremo ci sentiremo a casa, al riparo dal sole che martella la pianura bionda di grano e dalle raffiche di vento che sferzano le creste dell'Appennino, sotto i portici pieni di musica della nostra città femmina"

2 commenti:

Lisa ha detto...

Ciao cara,
grazie mille per gli auguri.. Natualmente ricambiati! Vedo che stai apportando giorno dopo giorno delle belle modifiche al tuo blog.. Un giorno di questi dovrai insegnare anche a me :P
Io con le letture sono rimasta un po' indietro, invece vedo che tu come al solito ne fai di interessantissime!

Libri e Libretti ha detto...

Mi riprometto sempre di leggerlo... tu sei sempre avanti a tutti!

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Nota

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