Massimo Carlotto - Niente, più niente al mondo

Un piccolo volumetto che si legge in mezz'ora, tanto corto quanto di spessore. Un Carlotto che lascia a bocca aperta, se lo si conosce già. Continuando a leggere, mi sono chiesta diverse volte se a scrivere fosse proprio il Carlotto che conosco. Complimenti all'autore dunque, si riconferma ancora uno dei miei preferiti.

La vicenda è ambientata nella prima periferia di Torino, in un quartiere per così dire povero, e si slancia come un monologo piatto e senza vita ma che dentro trasborda di sentimenti ed emozioni. A parlare una donna, i protagonisti sono la sua famiglia, i soldi che mancano, la presenza di sempre più extracomunitari, la mancanza di lavoro, la spesa quotidiana e le offerte del supermercato, l'assenza totale di prospettive di vita di un certo livello, la televisione come appiglio del nulla, lo stato che ormai non garantisce più niente di solido ai suoi cittadini.



La donna fa le pulizie a casa di due famiglie borghesi, il marito è un semplice operaio, la figlia (che lei chiama "la bambina") ha ormai vent'anni e fa la postina per poco più di 500 euro al mese. La sofferenza di una vita difficile, dove bisogna stare attenti a tutto (gli sconti dei negozi, i prodotti in offerta nei discount, le medicine per lo stress, il vino per i momenti di difficoltà), dove ogni giorno è sempre uguale e non esistono mai regali, mai vacanze, mai niente di niente. Perfino fare l'amore è complicato quando non hai i soldi per pagarti il viagra. Un racconto che diventa vivido e superbo con il passare della scena, in cui si scopre l'ignoranza della gente relegata dalla società ad altra ignoranza, dove una madre desidera talmente tanto che la figlia non faccia la sua vita che la spinge a frequentare ambienti che non le si addicono, la incita ad andare in televisione dalla De Filippi (così magari Costantino sceglie lei e non Alessandra), vorrebbe che si sposasse soltanto un uomo ricco per potersi sistemare a vita. Una figlia che vive la crisi della sua adolescenza, che è innamorata di un extracomunitario e odia la madre perché lo ha fatto arrestare. Un marito dal carattere troppo debole per imporsi e "salvare" la sua famiglia.

Una storia come tante che diventa tragedia, perché la povertà può far impazzire e la mancanza di certezze nel futuro rende vana la propria vita e quella altrui. Uno spaccato di società moderna che abbraccia le classi più povere e che comincia a intravedersi anche in altri ambienti, descritta con l'abilità e la sensibilità di uno scrittore che si dimostra capace di una scrittura eclettica che centra il bersaglio. Un  gioiellino che fa riflettere: da comprare, da regalare.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Effettivamente questo libro si discosta dal solito stile di Carlotto ma è incredibilmente profondo, seppur parli di cose superficiali..
bravo Carlotto, mi piace!

MelodiaNotturna ha detto...

Grazie per la recensione! Non credo di avere la forza di leggerlo adesso come adesso visti i temi ma terrò questo titolo nella lista dei prossimamente!

loveandbooks ha detto...

Ma guarda, in realtà in questo libro non si percepisce la pesantezza che a volte lascia Carlotto (Alligatore a parte). C'è una vena leggera che non crea angoscia...

Anonimo ha detto...

Hello, where to socialize with the standings euro 2012?

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Nota

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