Joe R. Lansdale - La notte del Drive-In 3

Ho cominciato con molta ansia e aspettative l'ultimo capitolo della trilogia Drive In di Lansdale. Il Drive In 1 mi aveva entusiasmata, il Drive in 2 mi aveva incuriosita verso la scena finale, anche se mi è piaciuto un po' meno (a parte alcune chicche lansladiane di notevole livello!). Ero spinta dai giudizi di Anobi e da alcune opinioni di amici che l'avevano letto: alcuni lo giudicavano meno bello, altri invece il migliore.

Drive In 3 si legge in una giornata, se avete tempo, ma al massimo in paio di giorni (e forse sono troppi) perché coinvolge talmente tanto che non riesci proprio a fermarti. In questo ultimo però, oltre all'aspetto horror che prevale nell'1, si fa luce fortemente la voce del Lansdale ragazzo, la scoperta, le influenze della letteratura per ragazzi, la voglia di conclusione e non conclusione del tutto, come se il destino che ognuno cerca non debba essere per nulla scovato! Oppure, quando inevitabilmente accade, dimenticato. 


E' difficile passare da una scena in cui il protagonista viene cullato da un plop plop della merda (di Dio) che cade (utilissimo per addormentarsi quando si ha l'insonnia), all'ingresso di un autobus galleggiante all'interno della bocca di un pesce gatto che, quanto a grandezza e misteri, fa proprio un baffo alla balena di Pinocchio! Ma da qui il surreale si trasforma ad ogni pagina, rendendo l'avventura davvero incredibile (considerando che prima o poi dal pesce si deve uscire e non si può di certo farlo dalla bocca!), per arrivare a un epilogo finale straordinario, che però può piacere e non piacere.

Non è che ti dici proprio, insomma, embé? Che voleva dire Lansdale? Tutto qua? Perché il significato del romanzo è ben chiaro ed evidente, riflette sicuramente il pensiero intellettuale di un autore di talento, ma ecco, se fosse stato un po' più ancorato alla realtà (non che non lo sia in effetti, ma questo è soltanto un futile pensiero femminile...) forse il cerchio mi si sarebbe chiuso meglio.

Una scrittura comunque coinvolgente e una rilettura finale che ha un gran senso profondo sul destino dell'umanità. Un destino che non si può né si deve controllare, ma che può essere affrontato soltanto con la consapevolezza del vivere e del farlo fino in fondo. Sempre. Ad ogni costo. Finché ce n'è.

"E nelle notti fresche, che sembravano alternarsi perfettamente a quelle calde e secche, gli abitanti dell'Orbit guardavano in direzione degli schermi, fissavano le immagini scintillanti, citavano le battute ad alta voce come pregando in coro verso la Mecca, e scopavano come ricci. Al posto di preparare pranzi e cene, conversare e interessarsi alla vita di attori e cantanti famosi, il popolo del drive-in guardava i film e scopava. E sissignori, fratelli e sorelle, tutto quello scopare aiutava parecchio. Forniva al popolo del drive-in un senso di comunità, oltre a un sacco di gravidanze accidentali e a strane bolle rosse"
"Il tempo era difficile da misurare. Il sole sembrava sorgere e tramontare secondo un programma suo. A volte la folla sedeva al buio, con solo la luce del drive-in, proveniente da chissà cosa che si trovava chissà dove"
"Immagino di doverti confessare, caro diario, Guardiano della Fottuta Verità, che forse desideravo essere morto. Ci ho pensato. Hai presente, un lavoro fai da te. Ma non è una cosa per me. Mi piace troppo vivere. Anche se questa non può essere definita vita, è la mia scusa per tirare avanti, e non posso fare altro che mettere in moto e partire. Il che mi fa venire in mente una cosa. Partire. Appunto. Domani (devo decidere quando sarà domani, perché qui, baby, chi lo capisce)."
"Certo, molti se li mangiano i bambini, e posso capirli, così morbidi, rosa, perfetti per il forno. Qui comunque non è semplice fare fuochi e in parecchi apprezzano anche la carne cruda, ma noi stiamo cercando di mantenere una parvenza di civiltà. Almeno io ci sto provando, cazzo. Quindi abbiamo poche semplici regole. I bambini non si mangiano. Almeno non crudi. Tieni abbottonato l'ultimo bottone. E piscia in fondo al recinto. Dove già puzza"
"La scrittura mi aiuta a concentrarmi. Eccetto quando non mi aiuta"
"Guardo Non aprite quella porta come se potesse mai piacermi. Scrivo alla luce lampeggiante del Drive-In, che mi arriva tra i plop della merda aliena o quello che è. Ho la mano sinistra nei pantaloni, e mi accarezzo le palle come fossero un orsacchiotto di peluche, morbido e sudato. E' una cosa che mi conforta"
"Per favore, Ora della Nanna, vieni da me, dolce amore mio. Apriti su di me e ingoiami e abbracciami nel buio e fammi sentire felice. O come minimo un po' meno da schifo"

5 commenti:

Ivo Gazzarrini ha detto...

A me è piaciuto meno degli altri due. Comunque sempre notevole.

love and books ha detto...

Concordo, la trilogia è un cult, però il Drive In 1 è davvero geniale. Poteva restare davvero unico, anche senza alcun sequel.

Baku ha detto...

scopare come ricci mi sembra un ottimo modo per scoraggiare la morte

love and books ha detto...

Beh, sempre meglio che preparare pranzi e cene o pensare alla vita di attori e cantanti famosi tutto il giorno...

Lisa ha detto...

Landsdale a me è sempre piaciuto! penso che lo comprerò! un abbraccio!

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Nota

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