Cesare Pavese - Tra donne sole


Ho appena finito di leggerlo, questo bellissimo libro di Pavese.
Pavese è uno degli autori che prediligo. Mi sono avvicinata alla sua lettura dopo aver sentito parlare di lui (non a scuola!) alla tv.. sembra incredibile ma è così :D!
Ho comprato subito il libro recensito LA LUNA E I FALO'. E mi sono innamorata. Esso è però l'ultimo romanzo, quindi negli anni ho cominciato a leggere anche gli altri.

TRA DONNE SOLE fa parte di una trilogia, ed è l'ultimo romanzo dopo LA BELLA ESTATE e ILDIAVOLO SULLE COLLINE.
Nel primo emerge il lato infantile di una ragazza che diventa donna, e l'analisi psicologica è profondamente accurata nella descrizione dello stato emotivo adolescenziale della ragazza.
Nel secondo la descrizione è quella di un ragazzo, un pò più grande, i suoi turbamenti, le amicizie mancate, diciamo la descrizione di un adulto quasi uomo che ancora uomo non è.


IL ROMANZO
In TRA DONNE SOLE, emerge lo stato d'animo di una donna adulta, matura. La descrizione è di una 35 enne (ma la maturità molto più elevata rispetto ai tempi di oggi), ma dobbiamo fare un riferimento all'epoca diciamo di metà del 900.
Clelia è una ragazza educata, buona e di famiglia povera. Nella sua anima di ragazzina, vede l'altra parte, le ragazze ricche, con invidia ingenua. Sogna di poter essere come loro, di vestire i loro abiti, di pensare in modo "evoluto" come loro, di avere i loro bei cavalieri.
Cresciuta si trasferisce a Roma, dove trova lavoro in un atelier, e lascia così la sua tanto amata Torino.
All'età di 35 anni, le viene affidato un incarico: aprire un negozio in centro a Torino, una boutique. E Clelia parte alla scoperta, di una Torino nuova, e alla scoperta di se stessa.
A distanza di molti anni, si troverà infatti catapultata, senza neanche immaginarlo, in quella società tanto desiderata, di bella apparenza, di lustrini, di uomini e belle macchine. Ma estremamente e completamente vuota. Si renderà conto che la frivolezza è talmente intrisa, negli occhi e nei comportamenti di certe ragazze che frequenta (in questo caso per "lavoro"), che la solitudine diventa una cosa scontata, un'etichetta indelebile che certe persone si portano dentro fin dalla nascita.
Tra uscite, gite in macchina, uomini ricchi e prorompenti, donne disinibite e stupide, feste e banchetti, si renderà conto che la sua vita è stata di gran lunga migliore, perchè quello che lei ha, cioè intelligenza e cultura, la sua scalata lavorativa "senza aiuti", la sua femminilità e maturità anche precoci, le altre non hanno.
E allora, quando entrerà in una di quelle botteghe in cui entrava da bambina, sognando le stoffe, e trovandoci le figlie della signora tanto amata e ammirata, mentalmente "sempre ferme là", il suo malessere interiore si farà sempre più lieve, nonostante le passeggiate per Torino riscaldino ancora il cuore.
Tutto è quasi costruito, come la breve storia di sesso con un uomo che di lei non ha capito niente, e che niente capirà mai, "non c'è che essere stati insieme di notte sullo stesso cuscino, per capire che ciascuno è fatto a suo modo e ha la sua strada".

Ma la diversità esiste, e Clelia la percepisce in una ragazza, Rosetta. Ed è proprio lei, che rifuggendo la superficialità mondana e tentando il suicidio, viene ancora di più inglobata in questa realtà che disprezza e in cui non si riconosce. Fino a quando la corda non si spezzerà. E Rosetta riuscirà nel proprio intento, che è proprio o specchio dell'intento di Pavese, nella realtà.

CESARE PAVESE

Pavese nasce nel 1908 a Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo. Saranno proprio le campagne della zona a daegli ispirazione in tutti i suoi romanzi. Nella sua vita studia a Torino, dove ha come professore di italiano e di latino Augusto Monti.
Nel 1926 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, dove studia con passione amterie classiche e letteratura inglese. I suoi amici sono Norberto Bobbio, Leone Ginzburg, Massimo Mila. Si interessa anche alla letteratura americana. Gli amici aumentano: Franco Antonicelli, Giuli Carlo Argan, Vittorio Foa, Lodovico Gwymonat, Giulio Einaudi.
Nel 1930 si laurea con una tesi su Walt Whitman.
Comincia la sua carriera lavorativa, dapprima come supplente, poi come traduttore, scrittore e saggista.
Le sue crisi interiori originano fin da ragazzo e sono tutte a sfondo amoroso. Dapprima la bella Tina, che lo lascerà per sposare un altro. In seguito molte altre, che culminano con l'ultima grossa crisi nell'anno della sua morte, quella per l'attrice americana Constance Dowling, per la quale ha scritto moltissime poesie.
Inizia qualche anno dopo la collaborazione con la casa editrice Einaudi, fondata dal suo amico Giulio Einaudi. Tra gli anni 1941 e 1950 escono i suoi romanzi : PAESI TUOI e LA SPIAGGIA. IL COMPAGNO e DIALOGHI CON LEUCO'. PRIMA CHE IL GALLO CANTI, che comprende IL CARCERE e LA CASA IN COLLINA. La trilogia LA BELLA ESTATE, IL DIAVOLO SULLE COLLINE e TRA DONNE SOLE. Nel 1950, l'anno della sua morte, uscirà LA LUNA E I FALO', romanzo aspettato e covato tutta la vita, che, come ha dichiarato lui stesso prima di morire, è stato costruito nel tempo lungo il corso di tutta una vita, e una delle cose che "doveva" fare prima di morire. Si toglie la vita in un albergo di Torino il 26 agosto.
La sua narrazione è sicuramente scorrevole e piacevole, non stancante. Le parole usate sono semplici e comprensibili.
Per poter capire a fondo però i romanzi di Pavese, intrisi di inquietudine ai massimi livelli, bisognerebbe soprattutto leggere le poesie e qualcosa a fondo della vita.
Egli è infatti una persona profondamente sola e depressa, idealistica, costretta nella sua vita a scendere a compromessi contro le sue idee (non solo politiche) per poter "vivere" e realizzare il suo sogno di scrittore. Una persona comunque debole e stanca, che ha affrontato la vita nel suo modo, e leggendo TRA DONNE SOLE, si percepisce TOTALMENTE la sua malinconica tristezza, la rassegnazione di un uomo che non riesce a condividere se stesso con una donna ma nemmeno con gli altri, e di un uomo solo, che si consola con la letteratura e i suoi libri, per i quali vale ancora la pena di vivere e sognare.

" più mi convinco che far parole non serve, più mi succede di parlare"
" c'è gente che per morire si circonda di fiori. Forse è un modo per darsi coraggio"
" quando si ha voglia di una cosa, la si vede dappertutto"
" l'uomo è il solo animale che guadagna a vestirsi"
" Lui non mi chiese se mi fermavo poco o molto. Questo mi piace della gente, il lasciar vivere "
" le città invecchiano come le donne "
" lo sport vuol dire rinunciare a morir presto "
" non si può amare un altro più di se stessi. Chi non si salva da sè, non lo salva nessuno "
" bisogna conoscere i vecchi. Chi ha paura dei vecchi, ha paura di vivere "
" Roma è la sola città in cui non c'è bisogno di uscire. Sono gli altri che vengono a Roma "
" Tu hai l'età di mio padre, sai tante cose e non sai niente "
" quando una ha mal di stomaco, le ripugna veder gente " :D
" Questa gente parla difficile solo per gusto,e succede che di certe parole nessuno sa il senso, c'è sempre un altro che un bel momento si mette a litigare, dice che no, vuol dir così, cambia tutto. Sono parole come quelle dei giornali quando parlano di quadri. Solo parole "
" la gente vive in modi strani. A sentir parlare del loro mestiere e del diritto che avevano di vendere roba non finita, era chiaro che più che i soldi, difendevano la loro arroganza "
" sarei felice se a me qualcuno non imponesse un gusto. Ma non si trova più nessuno che abbia un gusto. Non sanno quello che vogliono.."
" E' un piacere parlare con chi vive un'altra vita "
" vivere è una vita tanto sciocca, che ci si attacca persino alla sciocchezza di essere nati.."
" sapevo bene che erano solo parole, e che certa gente vive come gatti, sempre pronti a portarsi via l'osso "
" E' strano che proprio gli uomini tengano tanto alle apparenze. Se non fosse per gli uomini, in Italia ci sarebbe già il divorzio"
" qui siamo in cielo, o sottoterra " (parlando della vita)
" non so, ma fa succedere grossi guai. Sarebbe meglio se non ci fosse. Forse a me mancherebbe, però. Tutti carini e dignitosi, tutti per bene. Non ci sarebbero più momenti di verità. Più nessuno sarebbe costretto ad uscire dalla sua tana,e mostrarsi com'è, brutto o porco che sia. Come faresti allora a conoscere gli uomini? " (discorsi di donne sull'attributo maschile)
" sovente gli uomini ingannano. Basta guardarli dentro gli occhi. Neglio occhi c'è tutto. Oppure lavorare con loro. La gente lavorando si tradisce. E' difficile ingannare sul lavoro "
" pensavo a com'è il mondo, che tutti lavoriamo per non più lavorare ma se qualcuno non lavora ci fa rabbia "
" quel che salva la gente sono soltanto i quattrini, che passano in mano a tutti "
" fin che una dpnna arrossice, non è ancora il caso di parlare di stima "
" il vero vizio,quello che non avevo ancora detto, era questo piacere di starmene sola. Non sono le ragazze che stanno bene in convento, ma quelle come me"
" tutto sommato far la vita non è altro che sopportare una compagnia e portartela a letto anche se non ne hai voglia. Aver dei soldi vuol dire poterti isolare. Ma allora perchè gli sfaccendati che hanno soldi, sono sempre in cerca di compagnia e di baccano? "
" a pensarci adesso non mi sarei cambiata con nessuna di loro. La loro vita mi pareva una sciocchezza, tanto più sciocca perchè non se ne rendevano conto. ;a potevano far diverso? Al loro posto avrei fatto diverso? "
" Rosetta voleva srare sola, voleva isolarsi dal baccano; e nel suo ambiente non si può star soli, non si può far da soli se non levandosi di mezzo "
" le interessano i libri, disse Rosetta, animandosi.
La signora rispose : durante la guerra, non si sapeva cosa fare. Ma non riesco a leggere, ho sempre l'impressione di mettere il naso negli affari degli altri. Mi sembra una cosa indecente, come aprire le lettere degli altri. Rosetta mi guardò,. Lei invece aveva letto di tutto. Era stata all'università, lo ammise mortificata, quasi si vergognasse "
" per conservare il rispetto per il mondo e la gente, bisogna fare a meno di tutto "
" gli uomini sono bambini. Noi artisti siamo due volte bambini. Se ci togli questo che cosa ci resta? Non c'è niente da togliere alla vita, è già zero "
" non c'è acqua che possa lavare i corpi della gente. E' la vita che è sporca. Dice che tutto è sbagliato "
" le cose importanti succedono sempre dove uno non crede "
" dentro di me sorrisi appena. Con tante cose che ci sono al mondo, con tante che tutte e due ne sapevano e avevano, parlavano della musica come se fosse cocaina o la prima sigaretta "

Da queste frasi si percepisce di netto il pensiero di Pavese.
Spero che a qualcuno, abbiano fatto venire voglia di leggere questo stupendo libro, nonostante la sua visione pessimistica della vita.







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Nota

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