Giuseppe Culicchia - Il paese delle meraviglie

Ho appena terminato di leggere questo libro, l'ho chiuso e devo dire che mi ha scossa. La fine è veramente dolorosa. Culicchia è un autore che lascia trasparire la verità, la realtà, la sofferenza, la crudeltà. E lo fa con arte, stile e semplicità. Con purezza. Alcuni scrittori possono trafiggerti l'animo e il cuore come l'amore, quando è però doloroso. Questo finale mi ha trafitta, mi ha fatto tornare a vecchissimi ricordi che avevo sopito. E mi ha sorpresa. Dentro.

La storia è quella di Attilio, detto Attila, un ragazzo di 14 anni, e di un anno molto importante per la sua vita e la sua crescita, il primo anno di superiori, il 1977. Un anno politicamente difficile, un anno di cambiamenti, un anno che ti schiaffa addosso la realtà e ti fa diventare uomo per forza.



Attila è un ragazzo timido, supportato dall'amore e dall'amicizia di un suo strambo e problematico amico Francesco detto Franz o Zazzi. Un tipo che si crede un fascista ma poi non è neanche così tanto convinto, bizzarro e inusuale, che sfida tutto e tutti ma tremendamente solo, come forse sono e si sentono tutti i ragazzi di quell'età. Attila ha una sorella, Alice, che ama moltissimo e che si è appena trasferita a Milano, è scappata dalla famiglia, una famiglia in cui l'amore non viene neanche sussurrato e in cui l'apparenza prevale, fino quasi a logorare gli affetti divenuti un modello standard di vita da rispettare, per poter avere il silenzio e la pace che ogni famiglia dovrebbe avere (ma senza felicità).
Attila soffre, e ama soltanto il nonno, anch'egli un tipo strambo e radicato nelle sue idee politiche ma estremamente intelligente ed innovativo, che spinge Attila a non darsi per vinto e ad affrontare la sua vita di adolescente con animo e desiderio. 
Il tutto è condito da aneddoti soprattutto scolastici, professori, gite, interrogazioni, compagne di classe ultracattoliche, ribellione, la prima cotta per una ragazza più grande che solo a pensarla o vederla ti emozioni, la paura di non riuscire a concludere nulla nella vita, e qualche intermezzo politico e sociale che Culicchia inserisce in modo intelligente e azzeccato per far capire meglio al lettore le vicende che accadono in quel periodo, in quei mesi, in quelle ore. 

Si può crescere così, in una famiglia in cui non ti senti capito, in una scuola che non ti piace, con un desiderio incredibile di fare altro (la musica), con una sorella amorevole lontana, con una madre lamentosa e un padre dal carattere inesistente che abbassa solo la testa, con un amico schizzato e la delusione e l'aspettativa che poi, dopo, forse, non si riuscirà a fare altro se non quello che la propria incapacità di ragazzino ancora immaturo e troppo giovane per fare sarà davvero in grado di fare?
L'adolescenza è così, e forse per i ragazzi maschi è ancora più difficile. Ma sembra quasi che, quando l'incapacità prevale sulla concreta possibilità, la vita ti si schiaffi davanti inesorabilmente. E allora, anche se non si è pronti, anche se non se ne ha voglia, anche se si sente di non riuscirci, è ora di crescere.

Estremamente realistico e vivo. Una scrittura colorata e scorrevole. Sicuramente un libro da leggere.



Il paese delle meraviglie


Il paese delle meraviglie
Culicchia Giuseppe
Garzanti Libri, 2006
€9,00

1 commenti:

Lisa ha detto...

Dalla tua recensione si capisce che qualcuno di questi temi trattati ti tocca particolarmente...
E' un libro che mi ha incuriosita, chissà magari un giorno lo leggerò!

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Nota

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