Chuck Palahniuk - Ninna nanna

Ho comprato Ninna Nanna di Chuck Palahniuk perché incuriosita dalla trama: Carl, uno stagionato quarantenne, vedovo e solitario, è un giornalista che si trova, per forza di cose, a dover lavorare su un reportage in seguito a misteriose e frequenti morti improvvise di neonati che colpiscono la sua città. Carl non ne ha assolutamente voglia, ma scopre, suo malgrado, che in ogni luogo di morte è presente un libro di filastrocche per bambini, aperto alla stessa pagina, quella della "dolce morte".

Carl incontra quindi Helen, un'eccentrica agente immobiliare specializzata in vendita di case che lei ritiene "infestate", con il piccolo particolare che ogni casa che Helen vende, poi fa sparire misteriosamente i proprietari...

Carl si convince che sia la ninna nanna a causare la morte dei bambini e decide di far sparire dalla circolazione tutte le copie esistenti negli Stati Uniti. Lavoro non da poco, soprattutto quando scopri che possono morire tutti e non solo i bambini, e la cosa può anche sfuggirti di mano se disgraziatamente tu dovessi imparare a memoria quella famosa filastrocca. Carl subisce il fascino della nenia africana, fino ad arrivare al punto di uccidere, inizialmente per sbaglio, poi per cospicua volontà, una serie di persone che intralciano il suo lavoro, la sua vita e perfino la sua strada! 



Un viaggio in macchina con Helen e altri due strani personaggi, che cercheranno di sottrarre in modo lecito e illecito la pagina maledetta, lasciando scie di morti, perché Carl non è l'unico che conosce il segreto, ma è l'unico che vuole che la strage finisca... 

Un romanzo che mi ha conquistata, pagina per pagina, scritto con la solita ammaliante cantilena che contraddistingue questo autore di culto, in cui le manie di persecuzione si sprecano, il senso di buonismo è intervallato a sprazzi di rabbia e odio verso la banalità della gente "comune", il tutto condito di aneddoti interessanti da approfondire per chi ama la letteratura di qualità. Un ottimo romanzo che però scema verso le ultime pagine, sprofondando e affondando definitivamente nel fantasy... peccato, perché il tutto sembrava quasi vero.

Se non avete mai letto Palahniuk dunque, forse non è bene cominciare con questo. Troppe volte ho sentito dire che è un autore banale per colpa di qualche inizio sbagliato. Non lo è, non lo è affatto. 
La delirante riflessione delle pagine 54 e 55 sono una delle cose più splendidamente vive che abbia mai letto in un thriller dai contorni lievemente noir.

"Forse non finiamo all'Inferno per quello che facciamo ma per quello che non facciamo. Per le cose che lasciamo a metà"
"più la gente muore, più le cose restano uguali"
"uccidere una persona a cui si vuol bene non è la cosa peggiore che le si può fare"
"alcuni sono ancora convinti che sapere equivalga a potere"
"dal pavimento sale la voce di qualcuno che abbaia le parole di una canzone. Questa gente che ha bisogno di tenere accesa la televisione o la radio sempre e comunque. Questa gente terrorizzata dal silenzio. Eccoli, sono i miei vicini. Questi suonodipendenti. Questi silenziofobi. Risate di gente morta che filtrano da tutte le pareti. Oggigiorno, ecco cosa ti spacciano come casa dolce casa. Questo assedio di rumore"
"questa gente che non si sognerebbe mai di usare pesticidi o insetticidi e poi infesta il quartiere con lo stereo sparando dischi di cornamuse scozzesi. Di lirica cinese. Di musica country e western"
"il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito. Fa in modo che la tua immaginazione avvizzisca. Finché non diventa utile quanto la tua appendice. Fa in modo di colmare la tua attenzione sempre e comunque. Questo significa lasciarsi imboccare, ed è peggio che lasciarsi spiare. Nessuno deve più preoccuparsi di sapere che cosa gli passa per la testa, visto che a riempirtela in continuazione ci pensa già il mondo. Se tutti quanti ci ritroviamo con l'immaginazione atrofizzata nessuno costituirà mai una minaccia per il mondo"
"ti convinci che è il rumore a definire il silenzio. Senza il rumore, il silenzio non sarebbe d'oro. Il rumore è l'eccezione. Pensi allo spazio profondo, il luogo incredibilmente freddo e silenzioso dove tua moglie e tua figlia ti aspettano. Il silenzio sì che sarebbe una bella ricompensa, altro che il paradiso"
"forse gli esseri umani sono solo cuccioli di coccodrillo che Dio ha buttato nel cesso"

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Nota

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