Ernest Hemingway - Addio alle armi


Ho letto per la seconda volta questo libro, mi è tornata la voglia, il desiderio di Ernest. E per la seconda volta sono rimasta affascinata, appagata e desolata.
Si, il libro non finisce bene, anzi direi, finisce malissimo, ma è anche il realismo di questo autore che amo in modo particolare che mi colpisce sempre, ad ogni frase, ad ogni sentimento.

Ernest si racconta, come in ogni suo libro d'altronde, e lo fa con freddezza, rigidità, schiettezza, sincerità a volte talmente diretta che sembra quasi priva di emozioni. Ma le emozioni ci sono eccome, anche se dette con frasi fatte maschili, anche se prive di sorrisi o palesate, emergono in tutta la loro chiarezza e rendono la lettura piacevolissima.





Aggettivi un pò a ripetizione, forse anche qualche capitolo che è sempre uguale, ma anche sempre diverso. Una storia di guerra e sangue, tristezza e lotta, di un uomo che pensa che la battaglia sia la sua causa, la sua ragione, e poi si accorge che non lo è affatto, e sceglie l'amore. Quell'amore unico, speciale, fantastico, anzi, straordinario, che ti può elevare, far sentire la vita, renderla piena di magia, di sogno. Quell'amore che fa parte della vita che però non scegliamo, in cui veniamo talvolta trascinati e talvolta schiacciati. Quella vita che non è sempre quella che vogliamo o speriamo, purtroppo.

"Ti desidero tanto che vorrei anche essere te"



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Nota

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