Victor Gischler - Anche i poeti uccidono

Bellissimo formato della Meridiano Zero per un autore che continua a piacermi da morire. Copertina morbida, grande e con la foto di un bel fusto palestrato che regge una pistola e la punta esattamente contro di te.

Anche i poeti uccidono è però un romanzo ancora diverso da Black City e da La gabbia delle scimmie. Questo non fa che confermare la straordinaria ecletticità dell'autore.
Questa volta la trama si svolge all'università e vede come protagonista Jay Morgan, un docente di scrittura piuttosto lontano dall'idea comune di professore che abbiamo, almeno noi italiani. Gli piace la poesia, d'accordo, ma gli piacciono anche le ragazze, l'alcol e in casa conserva sempre qualche pistola, non si sa mai. Ci prova, il professore, a stare lontano dai guai, ma pare che questi gli si appiccichino addosso come colla ogni volta che fa un passo. 


Gischler porta alla luce il personaggio principale e le sue vicende, contornate da altri personaggi essenziali, a poco a poco, capitolo dopo capitolo, finché le vite stesse non si amalgameranno tutte insieme fino a far parte di un unico bollente calderone. Un professore che rischia la carriera, un gangster attempato sotto le spoglie di un vecchio talentuoso appassionato di poesia, un ragazzo nero senza  istruzione che acquista l'identità di un altro, improbabili complici di ogni età, dai ragazzi dell'università agli ex complici dello spacciatore di droga che vuol passare a miglior vita. E le donne, un mix di sensualità e incertezza, velato da descrizioni caratteriali di ragazze/donne e donne/ragazze. 
Un personaggio buono, non il classico senza scrupoli che si intravede nei tipici romanzi noir, ma anzi, l'incapace che cerca di aiutare tutti anche se non ne ha voglia, ma che si lascia sempre trascinare dal suo buon cuore e dallo svolgersi di eventi veloci che non gli danno mai il tempo di pensare. Un uomo molto più vero e reale, che prova emozioni e cerca di farle sue, pur mantenendo la solitudine accorata a cui è ancorato. 
Anche i poeti uccidono è un libro che appare più studiato, più scandito, in cui la vicenda si scopre più lentamente. Un Gischler ancora diverso insomma, ma sempre affascinante. D'altronde il suo stile è inconfondibile, i mix caratteriali sono ben descritti e in questo libro convergono perfettamente (e implacabilmente) nell'intreccio di una trama riuscitissima.
Il mio preferito resta sempre La gabbia delle scimmie, ma anche questo libro è favoloso e forse può sorprendere gli amanti della letteratura poetica, evidenziata sotto una particolare luce noir.

Splendida traduzione di Luca Conti.


1 commenti:

Lisa ha detto...

Se dovessi sceglierlo dalla copertina... sicuramente non lo acquisterei!! :P

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Nota

Questo blog rappresenta una raccolta di opinioni personali e pertanto soggettive. Le foto delle copertine sono tutte tratte da web.