Muriel Barbery - Estasi culinarie

L'autrice mi aveva entusiasmata con il suo L'eleganza del riccio, così ho comprato anche questo libro, sognando forse un'altra magia letteraria. Purtroppo non è stato così. Anche se il romanzo è scritto molto bene, in modo che solo uno scrittore colto e intelligente può fare, la trama è tutta improntata sul cibo, sul piacere che questo provoca ai sensi, sulla ricerca del sapore primordiale, sui racconti di un uomo che di mestiere fa il critico gastronomico e che vive di quello e solo per quello.
Una trama difficile per me, che considero comunque la qualità del cibo essenziale per vivere, ma sono una donna che mangia per vivere e non che vive per mangiare, e che non apprezza, purtroppo, l'eccesso anche in questo. Non mi piace chi pensa sempre a mangiare, chi idolatra il cibo e chi non vede l'ora di provare sempre nuovi ristoranti. Non sono fatta per queste cose e di conseguenza non ho potuto apprezzare il libro, come forse invece, chi ama la ricerca del piacere in ogni cibo che assaggia, può fare. 



La storia è quella di un uomo anziano, in punto di morte, che racconta la sua vita fin da quando era bambino e ragazzo, che ha sempre ruotato nel piacere del cibo. Il romanzo è scandito da capitoli in cui ogni voce è diversa, e a parlare, oltre a lui, sono tutte le persone che hanno attraversato in qualche modo la sua vita. Parenti, amici, amanti, perfino animali, che lo odiano e lo disprezzano, e si ritrovano il giorno della sua morte ad essere quasi contenti che finalmente sia arrivata. L'uomo viene descritto come un individuo senza sentimenti, un grande viaggiatore grazie al suo lavoro, un padre completamente assente, con una moglie e dei figli che non ha amai amato e che hanno sempre sofferto la sua mancanza, con una schiera di amanti giovani e sempre bellissime, ma comunque trattate da amanti occasionali, e una moglie che l'ha sempre aspettato, ha sempre sofferto, e anche in punto di morte, continua ad amarlo nonostante la sua indifferenza. Un uomo che doveva scegliere di essere solo e di non farsi una famiglia perché incapace di amare, e che non avrebbe dovuto comportarsi in modo standard per non fa soffrire nessuno. Un uomo descritto con gli occhi di una donna che ha evidentemente sofferto molto per amore, durante tutta la sua vita. Nessuna pietà per chi sbaglia, nessuna consapevolezza che non siamo tutti uguali, un continuo disprezzo per la propria sofferenza egoistica senza tener alcun conto dei sentimenti di un uomo che, seppur non perfetto, sta morendo. Un uomo che se ne frega di tutto e di tutti se non di se stesso, e del suo cibo, che è l'unico in grado di portarlo a provare l'unica emozione per cui valga la pena vivere: l'estasi. 
Un cammino emotivo troppo debole, ma sono contenta di aver letto prima L'eleganza del riccio, perché se avessi letto per primo questo libro, avrei giudicato l'autrice troppo frivola, banale e sentimentalmente egoista, per poter soltanto pensare di affrontare un altro dei suoi romanzi. Si può vivere soltanto per il piacere che dà il cibo? Evidentemente si. Le persone sbagliano e ognuno è diverso. E non è giusto nè umano giudicarlo per questo. Soprattutto se non è in grado di amare nessuno, neanche se stesso.
Lo consiglio dunque? No, assolutamente no.

"ciò che sulla base del sentire comune appare magico e magistrale si infrange pateticamente ai piedi delle vette del genio"
"il calvario non è lasciare quelli che ti amano, ma staccarsi da quelli che non ti amano"
"è incredibile quanto si può cambiare in un giorno solo"

3 commenti:

Lisa ha detto...

Non ho letto L'eleganza del riccio, ma forse prima o poi dovrò farlo visto che ne sento parlare solo bene!!
Ho visto che stai leggendo "io e te", a me l'hanno regalato per natale quindi non vedo l'ora che tu lo recensisca!
baci

Claudia ha detto...

Muriel Barbery, un giorno avrò la mia vendetta!

loveandbooks ha detto...

@Lisa: recensito Io e te, lo leggerai?
@Claudia: se ti leggi anche estasi culinarie potrai vendicarti alla grande! Quello si che fa cag....

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Nota

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